Valorizzare le competenze dei dottori di ricerca dentro e fuori l'università
Una giornata per discutere sulle prospettive postdoc dei dottori di ricerca dell'Università di Torino.
Come si possono valorizzare le competenze dei dottori di ricerca per aiutarli a costruire un percorso postodoc dentro e fuori l’Università? A questa domanda hanno risposto i rappresentanti di Università di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT insieme ai ricercatori in occasione della Giornata dedicata alla valorizzazione delle competenze dei Dottori di ricerca e al postdoc organizzata dalle Scuole di Dottorato di UniTo e giunta alla terza edizione.
Durante l'evento si sono toccati molti argomenti, dalla compilazione di un CV secondo standard europei, alla capacità di fare fundraising e public speaking per comunicare al meglio i risultati della propria ricerca. Strumenti e azioni pratiche che sono necessarie per un’adeguata valorizzazione delle competenze acquisite durante il percorso di dottorato.
I dottori di ricerca, ha spiegato il Vice-Rettore per la ricerca scientifica Prof. Federico Bussolino nel suo intervento che ha aperto la giornata, affrontano oggi un percorso di carriera sicuramente più complesso di qualche decennio fa, ma hanno a disposizione un livello di tecnologia e di possibilità di condividere conoscenze che in passato era sconosciuto.
"Io penso che per valorizzare ulteriormente i nostri dottorati - ha dichiarato ai nostri microfoni il Prof. Bussolino - la strada che sta perseguendo l'Università di Torino sia sicuramente giusta. Una strada basata sull'internazionalizzazione, cioè sulla possibilità per i dottorandi di trascorrere dei periodi di ricerca all'estero. Questo non ha soltanto una valenza di tipo tecnico e specifico, ma è anche un'opportunità per aprire la propria mente".
Quello degli sbocchi occupazionali dei dottori di ricerca è un tema che sta particolarmente a cuore
alle Scuole di dottorato dell'Ateneo torinese e grazie ad un finanziamento
della Fondazione CRT, hanno progettato una banca dati dei dottori PhD di UniTo e
una rete di ALUMNI per analizzare la loro evoluzione
professionale.
"Le competenze acquisite dai dottori di ricerca - ha continuato il Prof. Bussolino - possono essere di grande interesse per le aziende se queste ultime hanno la volontà di investire e aumentare la propria qualità, ma questo si scontra con le necessità day-by-day che le aziende hanno. Il Sistema Paese dovrebbe quindi facilitare delle progettulità a lungo termine con un mix pubblico-privato che permetta realmente a un'azienda di vedere al di là di sei mesi e progettare a 3-4 anni. L'innovazione non si fa in pochi mesi ma richiede del tempo".