Universi-DaD, gli accademici italiani e la didattica a distanza durante l’emergenza Covid-19
Nel mese di giugno 2020 è stata condotta una ricerca nazionale sulla didattica fatta durante il semestre dell’emergenza. È stato coinvolto un campione di 3.398 professori e ricercatori delle università statali
Durante l’emergenza Covid-19, le Università italiane hanno assicurato la continuità della funzione formativa svolgendo la loro didattica “a distanza” (DaD). Come hanno vissuto quest’esperienza i professori e i ricercatori impegnati in prima linea nell’insegnamento? È andato davvero tuto bene? E, soprattutto, finita l’emergenza, che cosa rimarrà di quanto appreso da questa esperienza? È possibile trarne alcuni insegnamenti che possano migliorare la didattica di quella che sarà la “nuova normalità della vita universitaria”?
Per rispondere a queste domande, nel mese di giugno 2020 è stata condotta una ricerca nazionale sulla didattica fatta durante il semestre dell’emergenza. È stato intervistato un campione di 3.398 professori e ricercatori delle università statali che hanno risposto ad un articolato questionario online.
La ricerca è stata svolta dal Centro “Luigi Bobbio” del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, in collaborazione con UNIRES, il centro interuniversitario di ricerca sui sistemi di istruzione superiore, istituito nel 2009, a cui aderiscono le università di Milano, Pavia, Bologna, Firenze, Torino, la Scuola Normale Superiore, la Liuc, e la Fondazione Crui. All’indagine, coordinata da Francesco Ramella (Università di Torino) e Michele Rostan (Università di Pavia), hanno partecipato Alessandro Caliandro, Flavio Ceravolo, Massimiliano Vaira (Università di Pavia) e Valentina Goglio, insieme ad Anna Padoin e Antonella Rizzello (Università di Torino). La rilevazione è stata realizzata dalla società di ricerche Questlab.
La ricerca rivela che:
- I ritardi nell’avvio delle lezioni sono stati contenuti. Il 72% dei docenti, infatti, è riuscito ad attivare la didattica a distanza entro il 13 marzo.
- Le ore di lezione non si sono discostate molto da quelle previste. Negli insegnamenti dei corsi di studio triennali l’86% dei docenti ha tenuto lo stesso numero di ore. Il 7% addirittura di più. Nei corsi di studio magistrali, l’89% ha tenuto tutte le ore previste. Nei corsi di master e di dottorato si sfiora la totalità.
- La stragrande maggioranza dei docenti è così riuscita a svolgere integralmente il programma di insegnamento. L’80% ha completato tutto il programma. Solamente l’11% lo ha ridotto, mentre il 9% lo ha aumentato mettendoa disposizione degli studenti più materiali online.
- La maggioranza dei docenti ha adattato le proprie strategie didattiche all’insegnamento a distanza. Il 67% ha modificato un po’ sia i contenuti sia la struttura dei propri insegnamenti. Il 24%, invece, li ha mantenuti inalterati. Il 9% ha colto l’opportunità per ripensare notevolmente la propria didattica.
Sono prevalse le lezioni in diretta streaming:
- Il 66% dei docenti ha fatto lezioni in diretta streaming.
- Il 15% ha tenuto lezioni sia in diretta che pre-registrate.
- Il 12% ha registrato (in audio o in video) le lezioni e poi le ha rese disponibili.
- Il 52% ha messo a disposizione online dei materiali didattici (dispense, slide ecc.) con o senza commento audio.
- Solamente il 7%, però, ha fornito esclusivamente materiali didattici o fatto altre attività senza fare lezioni in streaming o registrate.
Il numero di studenti frequentanti non è diminuito:
- Per il 53% dei docenti, gli studenti che hanno partecipato alle lezioni sono rimasti invariati.
- Per il 22% sono addirittura aumentati
- Nel 20% dei casi sono diminuiti, mentre il 5% dei docenti non sa valutare.
Gli esami si sono svolti regolarmente:
- Al momento dell’intervista, il 92% dei docenti aveva già tenuto almeno un appello online.* Il 37% di essi esclusivamente un esame orale. * Il 51% un esame orale con l’aggiunta di uno scritto e/o di un’altraprova finale (esercitazione, relazione, progetto ecc.). * Il 12% un esame scritto e/o un’altra prova finale (esercitazione, relazione, progetto ecc.).
- Il 61% dei docenti ritiene di aver valutato adeguatamente la preparazione degli studenti.