05 ago 2016
Per un rilancio del Master universitario in International Crime and Justice
L'Università di Torino, in sede di rinegoziazione della convenzione con l'Unicri, partner del Master, ha chiesto un riequilibrio economico per migliorare la didattica e offrire più servizi agli studenti.
Pubblichiamo il testo integrale della nota inviata al quotidiano La Stampa in risposta all'articolo "Onu e Università in rotta sul master"
Il Master universitario in International Crime and Justice, istituito nel 2006 per iniziativa dell'Università di Torino sulla base di una proposta del Professor Edoardo Greppi, ordinario di Diritto Internazionale nella Facoltà di Giurisprudenza, e del Giudice Roberto Rivello, è stato realizzato e condotto per dieci anni sulla base di una convenzione sottoscritta dall’Università di Torino e dall’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia – UNICRI.
L’accordo ha previsto una partnership equilibrata, tra l'Ateneo torinese, responsabile dei contenuti didattici (il diritto e la giustizia internazionale penale e il diritto penale comparato) e l'Unicri ad assicurare la gestione e la segreteria, con un contributo alla didattica sui temi di sua più diretta esperienza (il crimine transnazionale).In particolare il master è stato organizzato in modo congiunto (come riportato nei siti istituzionali dei due Enti "jointly organized by the University of Torino and Unicri") e non dall’Unicri “che organizza il suo unico master" che, invece, come Istituto delle Nazioni Unite non può rilasciare diplomi universitari.
E’ dunque evidente che la paternità dei contenuti di questo master è da ascrivere all’Università e che qualunque riproposizione di un programma di Master non avrebbe più nulla a che fare con i dieci anni di Master di successo, che si sono recentemente conclusi.
In sede di rinegoziazione della convenzione, nel frattempo scaduta, l’Ateneo ha chiesto che si ridiscutessero le diverse voci del bilancio, perché a fronte di entrate per circa 320.000 euro (quasi interamente rappresentate dalle quote pagate dagli studenti partecipanti) circa due terzi della somma erano destinati esclusivamente a esose spese di gestione e amministrazione da parte di Unicri. In particolare si precisa che né la Facoltà (quando fu sottoscritta la convenzione) né poi il Dipartimento di Giurisprudenza, hanno mai ricevuto "contributi", e che il Direttore del Master non ha mai percepito una retribuzione.
Le esigenze espresse di un riequilibrio economico erano finalizzate esclusivamente a potenziare e migliorare la didattica on line e offrire un più costante tutoraggio agli studenti del Master.
L'Università ha inoltre chiesto che fossero riviste le procedure contrattuali applicate dalle Nazioni Unite, che impongono oneri burocratici inaccettabili ai docenti ospiti.
In chiusura dell’ultimo incontro di confronto per la sottoscrizione della nuova convenzione, l’intenzione espressa dai due Enti era di aprire una trattativa per la rinegoziazione per mantenere la collaborazione fra le prestigiose Istituzioni e garantire il futuro del Master Universitario.
L’Università ha invece dolorosamente appreso che l’Unicri aveva avviato autonomamente contatti con altri Atenei, ai quali offriva di diventare partner del programma dello stesso percorso elaborato da Unito con l'indicazione addirittura dei medesimi docenti.
Nell'ultima fase poi, l'Unicri ha pubblicizzato sul suo sito un Master in Transnational Crime and Justice, la cui denominazione richiama palesemente quella voluta dall'Università di Torino (con Transnational al posto di International) e per il quale si propone un programma sostanzialmente uguale a quello degli ultimi anni.
L'Università di Torino tiene a questo esercizio di chiarezza rispetto ad un Master universitario di cui riconosce il grande pregio e prestigio ed ha a cuore di scongiurare qualunque strumentalizzazione della propria condotta che è sempre stata di massima trasparenza e finalizzata esclusivamente ad erogare, nell’interesse generale dell’Ateneo, didattica di qualità.