Dantedì 25 marzo, la giornata che celebra il Poeta italiano più famoso al mondo
Alcuni studiosi individuano questo giorno dell'anno come l'inizio del viaggio nel regno dei morti della Divina Commedia. Ne abbiamo parlato col Prof. Pirovano, docente di Filologia e critica dantesca di UniTo.
ll 25 Marzo 2020 si celebra per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri proposta dal giornalista del Corriere della Sera Paolo Di Stefano e recentemente istituita dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. La scelta della data non è casuale: alcuni studiosi infatti individuano questo giorno dell'anno come l'inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia. Abbiamo intervistato il Prof. Donato Pirovano, docente di Filologia e critica dantesca dell'Università di Torino.
Prof. Pirovano perché è importante l'istituzione di questa giornata?
"È una giornata importante perché Dante è un grandissimo poeta che tutto il mondo ci invidia. Può essere considerato il padre della lingua e della letteratura italiana. La giornata è stata proposta da un giornalista del Corriere della Sera, Paolo Di Stefano, è stata condivisa con molti studiosi di Dante ed è stata poi accolta dal Ministero dei Beni Culturali. Esiste già una giornata dedicata a Shakespeare nel Regno Unito, così come una giornata dedicata a Joyce e ora abbiamo anche una giornata dedicata al Poeta, in uno dei giorni che secondo alcuni studiosi potrebbe essere l'inizio del viaggio di Dante nel regno dei morti. Secondo alcuni esperti questo giorno è il 25 marzo, secondo altri era il Venerdì Santo del 1300, quindi l'8 aprile".
Nel 2021 cadranno i 700 anni dalla scomparsa di Dante. Cosa lo rende ancora così contemporaneo?
"Dante Alighieri è un uomo del Medioevo e nel suo poema troviamo la sintesi di tutto il Medioevo. Un periodo storico molto lontano da noi, ma questa sintesi mirabile che è riuscito a creare nelle sue opere, in particolare nella Divina Commedia, continua ad attrarre oggi persone in tutte le parti del mondo. Dante è l'autore italiano più letto e tradotto al mondo. Dietro di lui ci sono autori che invece sono contemporanei come Andrea Camilleri e Luigi Pirandello".
Alla luce di quello che sta succedendo in questi strani giorni, le viene in mente un passaggio della Divina Commedia che più si addice a spiegare le emozioni che stanno vivendo gli italiani?
"Potrebbero essere molti, ma domani mattina (oggi, NdR) appena mi sveglierò manderò ai miei studenti l'inizio del XXIII canto del Paradiso, in cui Dante ha la visione del trionfo di Cristo e del trionfo di Maria. In questo inizio si parla, metaforicamente, di un uccellino che attende di poter volare per portare il cibo ai propri figlioli. Stiamo vivendo un periodo di grande attesa, un'attesa che preoccupa molto, ma non dobbiamo dimenticare che presto tutto ciò finirà. Questo uccellino che trepidamente e ansiosamente attende il momento per volare di nuovo, nel nostro caso si potrebbe dire anche per uscire da casa, e la visione del Poeta del trionfo di Cristo e di Maria con questa grande luce che lo invade, potrebbero essere un augurio in questi giorni difficili che tutti noi stiamo vivendo".
Ci vuole segnalare degli appuntamenti che celebreranno la figura di Dante in occasione dei 700 anni dalla sua scomparsa?
"A Torino è nato un comitato dantesco costituito da varie persone, alcune di UniTo altre appartengono a diversi ambiti culturali della città, e presieduto dal Dott. Giovanni Saccani. Sono state individuate una serie di iniziative, attualmente più di trenta tra convegni, spettacoli, performance, letture pubbliche. Tra queste ne vorrei segnalare una in particolare: una nuova edizione della Divina Commedia a cura dell'artista Agostino Arrivabene, che illustrerà con trenta tavole il poema. Mi piace pensarlo come il nuovo Doré, l'artista a tutti noto che illustrò nel 1800 la Divina Commedia. Quello che mi piace sottolineare è che il viaggio che sta compiendo Agostino Arrivabene è accompagnato da Federica Giallombardo, una nostra studentessa e mia allieva, che avrà il ruolo di auctor intellectualis dell'artista, colei che dà i consigli sul testo in modo che poi l'artista possa poi procedere nell'illustrazione".
DANTE ALIGHIERI, PARADISO
(testo a cura di Enrico Malato, Roma, Salerno editrice, 2018)
CANTO XXIII
Come l’augello, intra l’amate fronde,
posato al nido de’ suoi dolci nati
la notte che le cose ci nasconde,
che, per veder li aspetti disïati
e per trovar lo cibo onde li pasca,
in che gravi labor li sono aggrati,
previene il tempo in su aperta frasca
e con ardente affetto il sole aspetta,
fiso guardando pur che l’alba nasca:
cosí la donna mia stava eretta
e attenta, rivolta inver’ la plaga
sotto la quale il sol mostra men fretta;
sí che, veggendola io sospesa e vaga,
fecimi qual è quei che, disïando,
altro vorria, e sperando s’appaga.
Ma poco fu tra uno e altro quando,
del mio attender, dico, e del vedere
lo ciel venir piú e piú rischiarando,
e Bëatrice disse: « Ecco le schiere
del trïunfo di Cristo e tutto ’l frutto
ricolto del girar di queste spere! ».
Pariemi che ’l suo viso ardesse tutto,
e li occhi avea di letizia sí pieni
che passar men convien sanza costrutto.
Quale ne’ plenilunïi sereni
Trivïa ride tra le ninfe etterne
che dipingon lo ciel per tutti i seni,
vid’ i’, sopra migliaia di lucerne,
un sol che tutte quante l’accendea,
come fa ’l nostro le viste superne;
e per la viva luce trasparea
la lucente sustanza tanto chiara
nel viso mio, che non la sostenea.
Oh Bëatrice, dolce guida e cara!
Ella mi disse: « Quel che ti sobranza
è virtú da cui nulla si ripara.
Quivi è la sapïenza e la possanza
ch’aprí le strade tra ’l cielo e la terra,
onde fu già sí lunga disïanza ».