Quando il crowdfunding fa bene all'archeologia
Grazie ad una raccolta fondi organizzata da un gruppo di studenti del Dipartimento di Studi Storici dell'Università di Torino si potrà prolungare l'attività di scavo sul sito archeologico di Orgères e organizzare laboratori aperti al pubblico
Il crowdfunding è un fenomeno che si è diffuso negli ultimi anni grazie soprattutto alla crescente diffusione dei social media. È una sorta di raccolta di fondi (dall'inglese crowd, folla e funding, finanziamento), per lo più tramite internet, attraverso piccoli contributi di gruppi molto numerosi che condividono lo stesso interesse o un progetto comune oppure intendono sostenere un'idea innovativa.
Si sono serviti proprio del crowdfunding un gruppo di studenti del Dipartimento di Studi Storici dell'Università di Torino per portare avanti gli scavi iniziati due anni fa a Orgères, nel comune di La Thuile, in Valle d'Aosta. I lavori, sotto la guida della Prof.ssa Chiara Maria Lebole e del Prof. Giorgio Di Gangi dell'Università di Torino, hanno riportato alla luce un villaggio le cui prime testimonianze risalgono addirittura alla fine del II secolo dopo Cristo e inoltre sono state ritrovate monete del ducato di Milano del 1777 e bossoli risalenti alla Prima Guerra Mondiale.
Il crowdfunding, lanciato a marzo sul sito DeRev, ha permesso di raccogliere circa 5500 euro, somma che sarà impiegata per avere una settimana in più di scavo ma anche per altre attività destinate alla cittadinanza.
"L'idea della raccolta fondi su internet - ha spiegato la Prof.ssa Chiara Maria Lebole del Dipartimento di Studi Storici - è venuta agli studenti e ci ha permesso di avere più fondi per continuare la ricerca e effettuare analisi di termoluminescenza, analisi sulle argille rinvenute, organizzare una mostra, laboratori di archeologia sperimentale e tutta una serie di iniziative per restituire i dati di scavo al pubblico, quella che oggi viene definita 'archeologia pubblica' ossia la restituzione del sapere ai cittadini".
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