Donne e Tecnologie: l'Ada Lovelace Day sbarca a Torino
L'evento dedicato alla matematica Ada Lovelace che vuole superare il gender gap nel mondo del tech
Una giornata dedicata all'eccellenza femminile in campi come ingegneria, matematica, scienza e tecnologia. Sabato 13 ottobre dalle 15.00, presso i Rinascimenti sociali (Torino, via Maria Vittoria, 38) appuntamento con l'Ada Lovelace Day, evento organizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo e inserito nel quadro delle attività promosse dal progetto SPICE-PC.
Celebrato con oltre 150 eventi sparsi in 82 città di 25 paesi diversi, l'Ada Day nasce nel 2009 in Inghilterra dalla volontà di Suw Charman-Anderson, giornalista e scrittrice inglese, con l’intento di valorizzare l’importanza delle donne e dei loro successi nei settore scientifici. Questo giorno è dedicato ad Ada Lovelace (1815-1852), matematica ingegnosa e precorritrice dei tempi che nel 1843 scrisse e pubblicò il primo programma computazionale. Considerata una delle prime menti informatiche, a partire dalla fine degli anni Settanta la figura di Ada è stata via via riscoperta e il suo ruolo universalmente riconosciuto.
La giornata di sabato è articolata in tre momenti: una conferenza sulle possibilità, le sfide e i risultati femminili in ambito scientifico, a cui parteciperanno donne impegnate nel campo dell’ICT e dell’innovazione sociale, scientifica e tecnologica; in contemporanea si terrà il Coderdojo, un laboratorio di coding e problem solving per introdurre il pensiero computazionale e i concetti base della programmazione ai più giovani. Infine, appuntamento con l'aperitivo di networking volto - tra le altre cose - alla raccolta fondi per il Museo Piemontese dell’Informatica.
Altamente professionalizzate le relatrici che parleranno durante la giornata. Per l'Università di Torino saranno presenti Giulia Maria Cavalletto, docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione, e Mariella Berra, sociologa dei processi economici e del lavoro al Dipartimento di Culture, Politica e Società.
Intervistata da Unito News, la Prof.ssa Berra ha illustrato cosa vuol dire oggi essere una professionista donna nel mondo del tech.
A che punto siamo nella percezione del rapporto tra donne e tecnologie?
"Il rapporto tra donne e tecnologie è molto ambiguo. Le donne sono grandi consumatrici di tecnologie ma scarse produttrici, quindi possiamo dire che si tratta di un rapporto attivo/passivo. Ciò limita molte prospettive sul mercato occupazionale. I dati dell'ITU (International Telecomunication Union) dicono che nel settore tecnologico le donne rappresentano solo il 30% della forza lavoro". E se andiamo più a fondo la situazione peggiora. "Tra i dirigenti la percentuale femminile è del 16%, mentre tra gli imprenditori non si va oltre 20%, la metà rispetto agli uomini". Dati ancor più sconfortanti se parliamo di sviluppatori. "Nell'ambito dei videogiochi le donne sviluppatrici sono il 16%, in quello delle app addirittura il 10%".
Quali sono le cause?
"Sulla base di una recente ricerca, che verrà presentata alla Cavallerizza Reale il 3 dicembre, le cause sono molteplici - continua la docente di UniTo. Innanzitutto il pregiudizio nei confronti delle donne da parte della componente maschile. Un pregiudizio non tanto sulla capacità, ma sull'interesse femminile verso le tecnologie. Poi i percorsi di formazione scolastica, che sin dalle elementari dovrebbero far cooperare bambini e bambine nell'apprendimento tecnologico. Il risultato è quello che i sociologi chiamano effetto San Matteo: chi possiede maggiori competenze ed esperienze potrà accedere a un ventaglio più variegato di professioni e carriere. Ciò porta gli uomini a essere molto più competitivi rispetto alle donne, provocando frustrazione nei loro confronti".
In un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Atlantic è scritto che ci vorranno più di vent'anni per colmare questo gender gap. Cosa può fare l'Università?
"Innanzitutto prendere coscienza del problema. Dunque promuovere e sostenere eventi come l'Ada Day, ovvero giornate di formazione sulla logica di programmazione. Fondamentale poi il confronto con scuole, imprese e istituzioni per fare rete e continuare a promuovere questo tipo di attività. Infine, semplicemente parlare del fenomeno: ovvero far conoscere un rapporto che esiste. Ed è il rapporto tra donne e tecnologia".