VAX-TRUST, come affrontare l'esitanza dei vaccini
Il progetto finanziato da Horizon 2020 per studiare e contrastare la diffidenza vaccinale
È stato presentato oggi, giovedì 28 gennaio, VAX-TRUST, il programma di ricerca UniTo finanziato da Horizon 2020 dedicato allo studio dell’esitazione di genitori e professionisti della salute nei confronti dei vaccini per l’infanzia. Nell'aula magna della Cavallerizza Reale sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Mario Cardano, Docente di Sociologia della Salute del Dipartimento di Culture, Politica e Società e Roberta Siliquini, Docente di Igiene del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche.
La ricerca si propone di individuare le ragioni che stanno alla base delle disposizioni meno critiche verso i vaccini, dal conformismo riluttante, che limita il ricorso ai soli vaccini obbligatori, all’esitazione e allo scetticismo. In Italia, la quota dei genitori esitanti si attesta attorno al 16%, una percentuale che, se conquistata per interno dalle sirene no vax, può seriamente compromettere la copertura di gregge.
L’intento dello studio non è esclusivamente accademico, ma si propone di definire un insieme di raccomandazioni e di interventi pensati per restituire fiducia alle politiche vaccinali. La realizzazione dello studio vede coinvolta, oltre all’Italia – rappresentata dalle Università di Torino e di Cassino – le università di altri sei Paesi: Finlandia, capofila del progetto, Belgio, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Regno Unito. L’eterogeneità culturale e normativa dei Paesi coinvolti è tale da garantire confronti particolarmente promettenti e utili alla definizione delle strategie d’intervento.
Nel suo insieme lo studio prevede un’immersione nei social media, dove prendono forma le espressioni più radicali di critica alle politiche vaccinali che alimentano l’esitazione; un’analisi quantitativa sugli atteggiamenti verso i vaccini della popolazione generale nei sette Paesi; uno studio qualitativo che si concentrerà sulle relazioni pediatra-genitori e sulla realizzazione di interviste discorsive ai genitori e ai professionisti della salute. I risultati del progetto alimenteranno l’elaborazione e la sperimentazione di specifiche strategie d’intervento dirette all’erosione dell’esitazione vaccinale.
L’università di Torino, che ha promosso la costituzione della rete dei ricercatori impegnati in VAX-TRUST, è impegnata in due attività di ricerca: uno studio della relazione fra personale sanitario e genitori che ha per teatro gli ambulatori pediatrici e che in quei luoghi verrà osservata, a cura dello staff del Prof. Mario Cardano; la sperimentazione di un insieme di innovazioni curriculari nel corso di laurea in Medicina e chirurgia, concepite per accrescere nei futuri medici le competenze vaccinali e quelle relazionali utili a contrastare l’esitazione vaccinale, diretto dalla Prof.ssa Roberta Siliquini.
“Il tema della fiducia verso i vaccini e verso le politiche sanitarie che ne promuovono la diffusione a salvaguardia della salute pubblica è quanto mai strategico - dichiara il Rettore Stefano Geuna - alla luce delle conseguenze di oltre un anno di pandemia. Comprendere le cause dello scetticismo per limitarne gli effetti negativi attraverso la condivisione di consapevolezze mature rientra pienamente tra le priorità delle istituzioni scientifiche, quali sono le nostre Università. È cruciale, anche ma non solo in periodi come questi, nei quali le fondamenta stesse del sapere scientifico sono attaccate in modo organizzato e sistematico, ribadire con forza il valore della scienza nel preservare la vita umana. Perciò accogliamo con soddisfazione questo nuovo programma di ricerca internazionale tra le eccellenze del nostro Ateneo. Invito a seguire insieme l’evoluzione e gli esiti di questo progetto, capace di integrare scienze sociali e mediche per metterle al servizio di ambiziosi obiettivi di ricerca, ma anche per generare un impatto diretto sulla salute pubblica”.
"VAX-TRUST affronta un tema di estremo interesse - aggiunge il Prof. Mario Cardano - e inaspettatamente di attualità. Si tratta di una ricerca sociologica che combina ricerca e intervento: una ricostruzione accurata delle radici dell'esitazione vaccinale e la progettazione azioni di contrasto. Mi fa piacere ricordare che l'avventura ha avuto inizio nella nostra università, dalla segnalazione dell'ufficio ricerca dell'ateneo dell'imminente uscita di un bando europeo sul tema dei vaccini. Io ho deciso di raccogliere la sfida e ho promosso, nell'European Sociological Association di cui faccio parte, la costituzione del gruppo di ricerca che da marzo sarà impegnato nello studio. La consuetudine del nostro ateneo alla collaborazione fra scienze sociali e scienze della vita ha poi consentito di imprimere all'unità di ricerca torinese un plus costituito dalla collaborazione fra il mio dipartimento, di Culture, Politica e Società, e quello della professoressa Siliquini, di Scienze della Sanità Pubbliche e Pediatriche".
“La pandemia - conclude la Prof.ssa Roberta Siliquini - ha riportato alla luce la necessità di tecnologie sanitarie straordinariamente efficaci come i vaccini. Ora è compito nostro migliorare la credibilità della scienza attraverso un rapporto operatore sanitario-cittadino basato non solo sulla competenza scientifica, ma anche sulla capacità di ascolto, relazione e condivisione di rischi e benefici”.
Progettato prima dell’emergenza sanitaria, lo studio offrirà risultati di particolare rilievo anche in vista dell’imminente avvio di una politica vaccinale per contrastare la diffusione del COVID 19, su cui si osservano, sin da ora, espressioni di esitazione e rifiuto.