Dottorato di ricerca, e poi?
Un incontro in Università per valorizzare le competenze per una carriera postdoc
Come si possono valorizzare le competenze dei dottori di ricerca per aiutarli a costruire un percorso postodoc dentro e fuori l’Università? A questa domanda rispondono i rappresentanti dell’Università, della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT insieme a ricercatori e professori dalla Francia e dalla Federazione Europea di Biotecnologie in occasione della Giornata dedicata alla valorizzazione delle competenze dei Dottori di ricerca e al postdoc organizzata dalle Scuole di Dottorato dell’Università di Torino.
I dottori di ricerca, come spiega il Vicerettore Federico Bussolino, affrontano oggi un percorso di carriera sicuramente più complesso di qualche decennio fa, ma hanno a disposizione un livello di tecnologia e di possibilità di condividere conoscenze che in passato era sconosciuto, hanno maggiori opportunità per allargare le prospettive professionali anche al di fuori dei confini italiani.
Le 4 Scuole di Dottorato dell’Università di Torino contano 992 dottorandi, di cui 170 a Studi Umanistici, 195 a Scienze Umane e Sociali, 285 a Scienze della Natura e Tecnologie Innovative e 342 a Scienze della Vita e della Salute.
Di questi, 105 dottorande e dottorandi stanno svolgendo un percorso di co-tutela, a cavallo tra l’Università di Torino e un’università internazionale.
Oltre al prof. Bussolino, Unitonews ha intervistato la prof.ssa Anna Maria Poggi, del Dipartimento di Giurisprudenza e membro del Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo, e il dott. Luigi Somenzari, Direttore della Fondazione Ricerca e Talenti della Fondazione CRT.
Insieme hanno spiegato quali strumenti e azioni – dalla compilazione di un CV secondo standard europei, alla capacità di fare fundraising e public speaking per comunicare al meglio i risultati della propria ricerca – sono necessari per un’adeguata valorizzazione delle competenze.