Università, filantropia e investimenti per la ricerca
Le fondazioni filantropiche si stanno sempre più orientando verso finanziamenti più vicini all'investimento e le università possono diventare loro partner per costruire progettualità condivise.
In Europa e nel mondo, le fondazioni individuali, familiari, d'impresa, fondi di impact investment, sostengono da tempo la ricerca e la didattica per contribuire a risolvere problemi complessi. La filantropia istituzionale in Europa e nel mondo, è in straordinaria evoluzione per diverse ragioni: da un lato per la crescita rapida del numero delle fondazioni filantropiche e dall'altro per il cambiamento dell'approccio operativo.
Le fondazioni filantropiche, che adottavano un approccio grant making tradizionale, basato essenzialmente sull'erogazione di risorse, si stanno sempre più orientando verso finanziamenti più vicini all'investimento e alla misurazione dell'efficacia dell'impatto economico e sono sempre più interessate alla partecipazione nei processi in un'ottica di partecipazione allo sviluppo della progettualità.
In questo quadro è necessario quindi che le università guardino ai finanziatori non semplicemente come fonte di denaro e risorse ma soprattutto come partner con cui costruire progettualità condivise.
"Io credo che il mondo della ricerca - ha spiegato il Rettore dell'Università di Torino Gianmaria Ajani - abbia bisogno di comprendere che i donatori e le fondazioni non possono più praticare un approccio esclusivamente grant making. Oggi i soggetti che erogano risorse hanno interesse a condividere il percorso e a comprendere gli impatti della ricerca. Il compito dell'università è accompagnare chi fa ricerca verso questo nuovo indirizzo. Dal canto loro le fondazioni hanno sempre più bisogno delle competenze che si trovano in università sia per valutare l'impatto della loro azione, sia per misurare in modo critico la loro attività nel tempo".