UniTo si prende cura della salute di dipendenti e docenti: parte Wellness@work
l’Università di Torino è il primo Ateneo in Italia a promuovere la salute delle persone attraverso la somministrazione di test rapidi e affidabili, effettuati da personale qualificato di Ateneo.
È stato ufficialmente presentato il progetto Wellness@Work for UNITO, realizzato in collaborazione con il Centro Servizi SUISM, i gruppi di ricerca Funzione Neuromuscolare e Antropologia, Antropometria ed Ergonomia e la Direzione Integrazione e Monitoraggio.
Con Wellness@Work for UNITO l’Università di Torino è il primo Ateneo in Italia a promuovere la salute delle persone attraverso la somministrazione di test rapidi e affidabili, effettuati da personale qualificato di Ateneo, che misurano composizione corporea, capacità fisiche e abitudini nutrizionali, elementi fondamentali del benessere. Il progetto permette di individuare precocemente problematiche di sovrappeso, alimentazione scorretta, disidratazione e contrastarne la progressione.
Nel Palazzo del Rettorato (Via Verdi 8, Torino), e in futuro presso altre sedi, è stata allestita una sala dove docenti, ricercatori, per
È come una fotografia che quantifica lo stato di forma tramite la valutazione di sei parametri: forza della mano e delle gambe, flessibilità, equilibrio, fitness cardiovascolare, capacità di movimento fine delle dita. Produce quindi un punteggio composito soppesato in base all’età e al genere della persona.
I test, della durata complessiva di 1 ora e prenotabili on line, partiranno dal 19 ottobre e saranno comprensivi di:
- Valutazione delle capacità fisiche più rilevanti per longevità e salute, al cui termine sarà fornito il Physical Capacity score;
- Valutazione della composizione corporea, effettuata attraverso l’analisi dell’impedenza bioelettrica o BIA (Bioelectrical Impedance Analysis) e rilevamenti antropometrici (dimensionali e funzionali);
- Compilazione di alcuni brevi questionari, relativi a dati sociodemografici, di salute e stili di vita.
Al termine delle valutazioni saranno fornite indicazioni personalizzate per poter modificare il proprio stile di vita migliorando così i risultati ottenuti. A tal fine, l’intera batteria di test potrà essere ripetuta ogni quattro mesi così da poter apprezzare i cambiamenti nel tempo.
“Investire in questo tipo di azioni di Welfare per la comunità di appartenenza significa mettere al centro la persona”, ha dichiarato il Prof. Alberto Rainoldi, Vice-Rettore per il Welfare, la sostenibilità e lo sport dell’Università di Torino. “Offrire un approccio semplice e praticamente perseguibile affinché tutte e tutti possano aumentare la loro consapevolezza e scegliere in prima persona azioni di prevenzione e di cambiamento di stili di vita. W@W è anche un progetto di ricerca: certo dipenderà dalla adesione da parte dei nostri colleghi, ma in un anno saremmo già in grado di raccogliere dati su un migliaio di partecipanti. Questo ci permetterà di ricavare molte informazioni sullo stato di salute della nostra comunità, ma soprattutto di quantificare quanto intensi possano essere i cambiamenti adottando poche semplici nuove abitudini. La terza ambizione di questo progetto è diventare un esempio, stimolare altre aziende pubbliche o private a usare questo approccio con i loro dipendenti. Anche in questo caso l’Università si può mostrare con la sua vocazione, di educazione e di cultura. In questo caso grandi quantità di dati e una cultura diffusa di benessere possono aiutare a orientare le scelte nella progettazione della prevenzione e ridurre i costi sociali”.