UniTo guarda al territorio, insediato il nuovo Comitato di Ateneo per il Public Engagement
L’attività del comitato è finalizzata a supportare, da un punto di vista scientifico, culturale e professionale, l’indirizzo, la progettazione, il monitoraggio delle attività di valorizzazione della ricerca e di public engagement di UniTo.
Mercoledì 25 maggio 2022 alla presenza del Magnifico Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, della Vice-Rettrice per la valorizzazione del patrimonio umano e culturale in Ateneo Maria Lodovica Gullino, del Vice-Rettore Vicario per la Terza Missione e per il Public Engagement Alessandro Zennaro, presso la Sala Mario Allara del Rettorato si è svolta la riunione di insediamento del Comitato di Ateneo per il Public Engagement “Agorà Scienza” per il triennio 2022-2025.
L’attività del Comitato di Ateneo per il Public Engagement è finalizzata a supportare, da un punto di vista scientifico, culturale e professionale, l’indirizzo, la progettazione, il monitoraggio delle attività di valorizzazione della ricerca e di public engagement dell’Università di Torino in tutte le sue articolazioni funzionali. Per adempiere a tale importante mandato istituzionale, l’Università di Torino ha profondamente modificato la Composizione del Comitato prevedendo la pariteticità tra componenti provenienti dai ruoli universitari e rappresentanti esterni.
Considerata la crescente rilevanza strategica che il Public Engagement riveste per l’Università in un’ottica di responsabilità e di creazione di valore culturale, sociale ed economico per la società, il coinvolgimento degli stakeholder esterni alla comunità accademica che operano sul territorio rappresenta un elemento di novità e una caratteristica peculiare, unica in Italia, del nuovo Comitato.
Per questa ragione e al fine di creare sempre più sinergie capaci di generare impatto sul territorio, il Comitato di Ateneo per il Public Engagement è costituito in modo paritetico da 8 componenti interni e 8 esterni all’Ateneo.
La componente interna è composta da otto docenti che rappresentano le macroaree dell’Ateneo:
Roberto Bono, Dipartimento di Scienza della Sanità pubblica e pediatriche
Cristina Gena, Dipartimento di Informatica
Alberto Gherardini, Dipartimento di Culture Politica e Società
Giuseppe Noto, Dipartimento di Studi Umanistici
Katiuscia Sacco, Dipartimento di Psicologia
Giorgio Sobrino, Dipartimento di Giurisprudenza (Presidente del Comitato)
Martina Tarantola, Dipartimento di Scienze Veterinarie
Francesca Valetti, Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi
La componente esterna è costituita da otto esperte/i in rappresentanza della Scuola, delle Amministrazioni
Pubbliche, del Terzo Settore, della Cultura e del mondo industriale con funzione di indirizzo e consulenza rispetto ai bisogni e alle esigenze del territorio. Essi sono:
Ugo Bacchella, Fondazione Fitzcarraldo
Ilda Curti, Fondazione Innovazione Urbana
Barbara Graffino, Talent Garden
Alessandro Isaia, Fondazione per la Cultura Torino
Luisa Papotti, Soprintendente Città Metropolitana di Torino
Marco Piccolo, Piccola Industria dell’Unione Industriale di Torino
Maria Rosaria Roberti, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte
Fabrizio Serra, Fondazione Paideia
Inoltre, fa parte del Comitato di Ateneo per il Public Engagement il Responsabile dell’Area “Valorizzazione, Impatto della Ricerca e Public Engagement” della Direzione Ricerca, Andrea De Bortoli.
Tra gli obiettivi formulati in questo primo incontro:
- la redazione di un piano strategico triennale per il Public Engagement, fondato su un modello innovativo circolare che veda l’università promotrice insieme a tutti gli attori sociali dello sviluppo sostenibile del territorio e non solo soggetto che trasferisce all’esterno le proprie conoscenze;
- l’ascolto dell’intera comunità accademica e degli attori territoriali finalizzato alla definizione di un modello di PE attuale rispondente alle esigenze del contesto;
- l’esplorazione di modelli di accoppiamento tra attività didattica e di ricerca e attività di PE che, nella logica circolare sopra citata, si proponga quale metodo per il miglioramento dello skillmatch tra formazione iniziale e richieste del modo del lavoro e, al contempo, quale obiettivo per la formazione continua e permanente.