UniTo aderisce al Fridays for Future e racconta come pratica la sostenibilità
Inaugurando il nuovo Complesso Aldo Moro, uno spazio pubblico per la città, l'Ateneo torinese ha promosso una riflessione sul tema chiave del nostro tempo
L’Università di Torino rinnova l’adesione e il sostegno al messaggio di Fridays for Future per contrastare il cambiamento climatico. L’Ateneo ha deciso di sottoscrivere la lettera Global Climate Emergency, coordinata dalla Youth and Education Alliance dell'UN Environment, che vede già la sottoscrizione di più di 160 università e 45 network.
Come UniTo pratica la sostenibilità? Lo ha spiegato il Prof. Sergio Scamuzzi, vicerettore alla Comunicazione, durante il convegno “Storie di sostenbilità” nel nuovo Complesso Aldo Moro. “UniTo mantiene un bilancio economico sostenibile e persegue la responsabilità sociale attraverso tasse basse. Monitora indicatori economici, sociali e ambientali di impatto, lo testimonia il Rapporto annuale di sostenibilità. Fa ricerca sul tema: 31.000 titoli sui 17 Sdg’s Onu. Adotta un Piano di azione di ateneo comprendente il Green office. Bonifica l’amianto e ristruttura Palazzo Nuovo. E investe in edilizia con garanzie ecologiche (Grugliasco), in sport, educazione sul cibo. Sostituisce la plastica e avvia un percorso di sostenibilità con un living lab tra ricercatori, imprese, utenti. E, infine, inaugura uno spazio pubblico per città, con il Complesso Aldo Moro”.
Nei giorni dell’inaugurazione del nuovo complesso di via Sant’Ottavio, Bartolomeo Biolatti, Vice Rettore per lo sviluppo edilizio e la valorizzazione del patrimonio, ha illustrato il patto per la sostenibilità e il living lab, che incarna al meglio la terza missione dell’Università, attraverso cui le attività e i benefici della didattica e della ricerca universitaria vengono condivisi con la società civile. “Il Living Lab è un laboratorio aperto, dove si promuovono e sperimentano modalità innovative di avvio di processi di ricerca e di sviluppo, con la partecipazione attiva degli utenti finali. Un approccio sperimentale in un contesto di vita reale, una co-produzione di conoscenza”.