Il giornalismo nell'era della sfiducia: come riportare la notizia al centro del lavoro giornalistico.
Enrico Mentana ospite del convegno in memoria di Carlo Casalegno
L'Aula Magna del Campus Luigi Einaudi ha ospitato il convegno dal titolo "Il giornalismo nell'era della sfiducia" organizzato dall'Università di Torino, La Stampa e l'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, nel quarantennale della scomparsa di Carlo Casalegno, giornalista assassinato dalle Brigate Rosse. Tema della conferenza la difficile sfida della ricostituzione dei legami di fiducia tra giornalismo e i cittadini, resa particolarmente ardua dal proliferare delle cosiddette fake news o bufale, che hanno la caratteristica di diffondersi con grande velocità.
Al tavolo dei relatori sedevano il Rettore Gian Maria Ajani, la direttrice scientifica del master in giornalismo di Torino "Giorgio Bocca", Franca Roncarolo, il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari e il direttore del TG di La7, Enrico Mentana, che ha indicato proprio le fake news come un pericolo da cui difendersi assolutamente.
"Le fake news esistono - ha spiegato il direttore del TG di La7 - perché ci sono milioni e milioni di persone in più che si informano perché esiste il web, cha dà l'illusione di gratuità per cui senza dover pagare puoi credere di sapere cosa succede, cos'è successo, cosa succederà e perché. Questo dà l'occasione a molti avvelenatori di pozzi di versare quello che vogliono nel grande contenitore dell'informazione. L'unica cosa da fare è scendere in campo a contrastare le notizie false, che pur essendo smascherate continuano a riprodursi, e non stare sulla torre d'avorio dell'informazione ufficiale".
Un altro argomento toccato durante il convegno è stato il futuro della professione giornalistica che ancora oggi, perlomeno nelle grandi aziende dell'informazione, rimane caratterizzata da un modus operandi ancora novecentesco.
"Il passato - ha continuato Mentana - non aiuta in questo caso, in cui l'innovazione tecnologica è così preponderante, a trovare una sponda nel lavoro giornalistico. È molto difficile sapere come sarà il giornalismo tra cinque anni e come saranno le imprese giornalistiche, se saranno ancora giornali, telegiornali o qualcos'altro e come si imposteranno rispetto al web. I giornali stanno crollando perchè la gente preferisce non pagare per avere le informazioni. Ma se l'informazione è gratuita chi paga i giornalisti? Oppure tutti possono fare i giornalisti gratis? E in questo caso quindi chi ha qualità non emergerà mai su chi non ce l'ha?".