Svelata l'opera in marmo dedicata a Maria Velleda Farnè, prima laureata dell'Università di Torino
A trecento anni dall’apertura del Palazzo del Rettorato un volto di donna trova finalmente posto nella Galleria dei Dotti che si incontrano entrando nel cortile.
Venerdì 18 novembre 2022 si è tenuta la cerimonia di scoprimento del ritratto marmoreo in memoria di Maria Velleda Farnè, prima donna a conseguire la laurea a Torino nel 1878 in Medicina e chirurgia, la seconda nel Regno d’Italia.
A trecento anni dall’apertura del Palazzo dell’Università di via Po, voluto da Vittorio Amedeo II per essere sede dell’Ateneo e inaugurato nel 1720, un volto di donna trova finalmente posto nella Galleria dei Dotti che si incontrano entrando nel cortile, al piano terra e al piano nobile. Tra professori delle diverse discipline, riformatori dell’istruzione, allievi illustri, studenti combattenti si inserisce il ritratto in marmo di Maria Velleda Farnè (1852-1905). L’opera è stata eseguita a Carrara dal maestro artigiano Michele Monfroni e trova collocazione lungo lo scalone monumentale che conduce all’Aula Magna. La Commissione Toponomastica della Città di Torino inoltre, ha di recente approvato la proposta di intitolazione alla dottoressa Farnè del sottopasso tra corso Grosseto e corso Potenza.
Maria Velleda Farnè nasce a Bologna nel 1852 e successivamente emigra con la famiglia in Piemonte. Nel 1873 si iscrive alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, dove si laurea nel 1878. Il quotidiano La Stampa, il 22 luglio 1878, a tal proposito riporta: "La signorina Farnè non si è arrestata a mezza strada, ma l'ha percorsa tutta intera con coraggio, a piè fermo e sicuro, con la serenità negli occhi modesti, con lo stimolo di un'onesta ambizione". In seguito si trasferisce a Roma, poiché nominata nel 1881 medichessa onoraria della regina Margherita di Savoia. Trascorre nella capitale il resto della breve esistenza, pubblicando anche due articoli in tema di igiene e abbigliamento femminile. Non contrae matrimonio e deve fronteggiare, dalla fine degli anni Novanta, un progressivo impoverimento. Si spegne precocemente nel novembre del 1905 in casa di parenti, in una dimora destinata alla villeggiatura estiva sulle colline non distanti da Torino.