Sul ghiacciaio della Marmolada per comprendere gli effetti del cambiamento climatico
Intervista al Prof. Marco Giardino, che ha partecipato a Climbing for Climate (CFC), la sesta edizione dell’iniziativa promossa dalla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile per sensibilizzare sugli effetti dei cambiamenti climatici
Il Prof. Marco Giardino, docente di geografia fisica e geomorfologia al Dipartimento di Scienze della Terra UniTo e Vicepresidente del Comitato glaciologico italiano, il 7 e l’8 settembre 2024 ha partecipato a Climbing for Climate (CFC), la sesta edizione dell’iniziativa promossa dalla Rete delle università per lo sviluppo sostenibile per sensibilizzare sugli effetti dei cambiamenti climatici.
Quest’anno la spedizione si è concentrata sulla Marmolada, il ghiacciaio icona delle Dolomiti, e uno dei più studiati delle Alpi, che oggi è al centro di un accelerato processo di fusione. Il CFC ha un duplice obiettivo: far conoscere la rapidità e la drammaticità dello scioglimento del ghiacciaio e lanciare un documento ("Un'altra Marmolada") per sensibilizzare sugli effetti del surriscaldamento globale.
Dal 2023 il ghiacciaio della Marmolada è sceso sotto la soglia simbolica di 100 ettari, meno di un chilomentro quadrato, una superficie più che dimezzata rispetto a 25 anni fa. Secondo gli ultimi dati del CFC, la vita residua del ghiacciaio è stimata tra i 12 e i 22 anni. Entro il 2040, l'ascesa alla cima potrebbe essere caratterizzata quasi esclusivamente dalla sola presenza di roccia nuda. Con ripercussioni enormi non solo a livello ambientale, ma anche economiche, turistiche e culturali.