Sguardi e narrazioni sulla violenza maschile nelle relazioni intime
Un convegno come occasione di confronto tra chi all’Università fa ricerca sulla violenza e chi opera sul territorio.
Al Campus Luigi Einaudi si è svolto il convegno intitolato Sguardi e narrazioni sulla violenza maschile nelle relazioni intime, organizzato dal Dipartimento di Culture, Politica e Società e dall’Osservatorio MUSIC (Mutamento Sociale e Innovazione Culturale) con la collaborazione dell’Osservatorio sulla Comunicazione Politica, del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione e del CIRSDe (Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere), dell'Università di Torino.
Il convegno è stata un’occasione di confronto tra chi all’Università fa ricerca sulla violenza e chi opera sul territorio, per capire a che punto sono le azioni di contrasto alla cultura della violenza, per stimolare narrazioni diverse sulla violenza maschile, per aiutare le donne a uscire dal male quotidiano con azioni concrete di intervento.
Le donne che subiscono violenza nelle relazioni intime infatti, fanno fatica a raccontare ciò che accade nella loro vita quotidiana. I dati Istat dell’ultima indagine sulla violenza segnalano un 40% di donne che, malgrado la gravità della loro situazione, non parlano con nessuno della violenza che stanno subendo dal partner maltrattante. Altre volte, invece, ci sono parole che amplificano il male, che legittimano e giustificano la violenza maschile, che passano nel discorso pubblico, spesso veicolate dai media – sempre più social – e riecheggiano nelle campagne pubblicitarie.
"Con questo convegno - ha spiegato la Prof.ssa Paola Maria Torrioni, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi - abbiamo cercato di decostruire un messaggio culturale che vuole che la violenza maschile sia qualcosa che riguarda soltanto 'quell'uomo maltrattante' o 'quella coppia in crisi'. In realtà si tratta di un modo di costruire il maschile che punta molto sull'aggressività dell'uomo, considerata come naturale e sulla passività della donna come dato biologico insito nel DNA".
"La nostra volontà - ha aggiunto la Prof.ssa Marinella Belluati del Dipartimento di Culture, Politica e Società - è quella di fare all'interno del dipartimento di Culture, Politica e Società un osservatorio permanente che faccia crescere studi e ricerche sulla violenza di genere. Il nostro è un dipartimento di eccellenza, e intendiamo inserire nei programmi questo tema che è culturalmente un problema da affrontare da tutti i punti di vista: dalle pratiche del quotidiano alle rappresentazioni pubbliche e sociali".