Sapere rischiare e comunicare: così si vince un grant ERC
Il responsabile della comunicazione di ERC racconta all’Università di Torino il programma di finanziamento europeo a 10 anni dalla nascita
Trovare un progetto veramente innovativo, sapere scrivere una proposta ben delineata e saperla difendere nel colloquio con il panel di valutazione, avere un curriculum forte e promettente: sono questi gli elementi chiave, secondo Massimo Gaudina responsabile della comunicazione di ERCEA, di un progetto vincente per il grant ERC.
Uno su 10 ce la fa, ma la posta in gioco è alta: un impatto finanziario che offre al ricercatore libertà economica per 5 anni, ma anche autonomia scientifica poiché il vincitore può scegliere il tema e le modalità di sviluppo della ricerca, i collaboratori e l’istituzione ospitante; oltre a una corsia preferenziale di carriera per diventare professore ordinario o associato in Università.
Il Consiglio europeo della ricerca (European Research Council, ERC) è l’agenzia dell'Unione Europea che dal 2007 supporta la ricerca scientifica “di frontiera”, incentrata sul ruolo del singolo ricercatore di eccellenza. Negli ultimi 10 anni ERC ha finanziato 7.000 progetti in tutta Europa, dando lavoro a circa 50.000 persone – i team di ricerca assunti dai vincitori grazie ai fondi erogati dal grant -, e diventando oggetto di citazione in circa 100.000 articoli pubblicati su riviste scientifiche. Tra questi, 5.500 rientrano tra gli articoli più citati di questi ultimi anni: un apporto notevole per la ricerca scientifica europea, che nel 2015 porta l’Europa a superare gli Stati Uniti nella classifica delle pubblicazioni scientifiche più citate.
Negli ultimi 10 anni, poi, 6 vincitori di grant ERC sono successivamente diventati premi Nobel.
Un compleanno che l’Università di Torino ha festeggiato con uno Science Brunch: un’occasione informale per presentare alcuni dei 7 progetti ERC vinti da ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino in questi 10 anni, per un finanziamento totale di circa 9,5 milioni di euro, da cui sono derivate 124 pubblicazioni scientifiche, altri 12 progetti vincenti su bandi competitivi e 57 collaborazioni nazionali e internazionali.
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