Rischi e vantaggi del giornalismo digitale. Incontro con Sandro Ruotolo
In occasione del Premio Roberto Morrione 2018, lo storico inviato di Michele Santoro parla di come sta cambiando la figura del giornalista
"Quando ho iniziato a fare l'inviato, quarant'anni fa, il problema principale era munirsi di gettone telefonico. Senza quello non potevi lavorare".
Quarant'anni dopo Sandro Ruotolo è ancora lì, "reporter per sempre" come ama definirsi. Oggi, seppur in pensione, collabora con Fanpage.it, testata online specializzata nel giornalismo d'inchiesta diretta da Francesco Piccinini. Ruotolo e Piccinini sono stati protagonisti dell'incontro Come il digitale cambia il fare giornalismo, Il caso Fanpage, organizzato venerdì 26 ottobre al Campus Luigi Einaudi in occasione del Premio Roberto Morrione 2018.
Oggetto della discussione: la rivoluzione digitale. Uno tsunami che si è abbattuto sul giornalismo, stravolgendone regole e prospettive. "Oggi - spiega Ruotolo - si è perso l'amore per il controllo della notizia. Si gioca tutto sulla rapidità, sul raccogliere like e, di conseguenza, sugli introiti pubblicitari. Sta diventando una professione umorale, mentre prima era un lavoro prevalentemente di riflessione e approfondimento".
Durante l'incontro però, davanti a una platea composta da giornalisti e studenti dell'Università di Torino, non ci si è limitati a fare un'analisi dei tempi che furono.
Utilizzando il caso Fanpage, tra gli esempi meglio riusciti di giornalismo digitale contemporaneo, sono state illustrate le potenzialità di fare informazione in rete. "In questo momento - prosegue il cronista- ci sono cinque miliardi di persone interconnesse sul pianeta terra. Solo in Italia abbiamo 43milioni di utenti Facebook. Questo vuol dire che il futuro della professione non può prescindere dal web. Inoltre, paragonato al tradizionale giornalismo su carta, stiamo parlando di costi infinitamente inferiori".
Ciò non significa che i giornali sono destinati all'estinzione. L'idea che emerge dopo l'incontro è che l'informazione su carta continuerà a esistere, ma sarà sempre più dedicata solo a opinioni e approfondimenti.
Grazie all'esperienza accumulata negli anni, prima come inviato Rai, poi come volto noto dei programmi di Michele Santoro, Ruotolo ha evidenziato alcuni aspetti della comunicazione giornalistica. In particolare, la differenza che c'è tra un prodotto televisivo e uno sul web. "Quando guardavamo gli ascolti dopo la trasmissione - dice - ci accorgevamo che la soglia d'attenzione dei telespettatori era di sette minuti per ogni servizio. Oggi, sul web, quella soglia si abbassa fino a un minuto, un minuto e mezzo al massimo. La discussione è aperta".