Rapporto AlmaLaurea: cresce l’occupazione e la soddisfazione dei laureati UniTo
Performance positiva dell’Ateneo torinese rispetto all’anno precedente e alla media nazionale. Più lavoro a tempo indeterminato, meno part-time e una retribuzione più alta. A 5 anni dal titolo il tasso di occupazione dei laureati UniTo è del 90,1%
È stato presentato oggi, giovedì 11 giugno 2020, il Rapporto 2020 AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati, XXII Indagine. Il Rapporto curato da AlmaLaurea, Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 che a oggi rappresenta 76 Atenei e circa il 90% di coloro che ogni anno si laureano in Italia, indaga la Condizione occupazionale dei laureati italiani e le caratteristiche del capitale umano uscito dal sistema universitario nel 2019.
Per quanto riguarda l’Università di Torino, l’indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 23.061 laureati. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2018 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2014 e intervistati dopo cinque anni. La performance di UniTo è positiva sotto molti aspetti, in crescita rispetto al Rapporto 2019 e alle attuali medie nazionali. Cresce il tasso di occupazione (a 5 anni da una laurea magistrale il tasso di occupazione è pari al 90,1%) e la soddisfazione dei laureati UniTo.
Per quanto riguarda i laureati triennali (mai iscritti a un successivo corso), aumenta il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 78,2% (nel Rapporto 2019) al 78,8% (nel Rapporto 2020), il lavoro a tempo indeterminato dal 23,5% al 25,7%, mentre cala il lavoro part-time dal 29,7% al 25,7%. La retribuzione passa da 1.164 a 1.217 euro mensili netti. Aumenta la soddisfazione: il 59,4% dei laureati triennali (erano il 55,7% nel 2019) ha dichiarato che il titolo conseguito è stato molto efficace o efficace
Rispetto alle medie nazionali, comprensive dei laureati di 76 Atenei italiani, UniTo è superiore in vari aspetti. Nel tasso di occupazione ottiene il 78,8% contro il 74,1% nazionale dei laureati triennali. Più alta la retribuzione mensile netta (1.217 contro 1.210 euro) e la soddisfazione dei laureati (laurea molto efficace per il 59,4% rispetto al 58,3%). I laureati triennali di UniTo incorrono, inoltre, in meno in contratti part-time: 25,7% contro 26,7%.
Per quanto riguarda i laureati di secondo livello a 1 anno e a 5 anni dalla laurea, rispetto ai propri risultati nel Rapporto 2019, UniTo migliora il tasso di occupazione dal 73,4% al 75,9% a 1 anno dalla laurea e dall’88,1% al 90,1% a 5 anni. Aumenta la retribuzione da 1.236 euro netti mensili a 1.275 a un anno dalla laurea e da 1.485 a 1.506 a 5 anni dalla laurea. Cresce anche la soddisfazione a un anno dalla laurea(considerata molto efficace o efficace) dal 59% al 62,4%.
A confronto con i dati nazionali l’Ateneo torinese ha risultati migliori nel tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea (75,9% contro il 71,7% nazionale) e a 5 anni dalla laurea (90,1% contro l’86,8% nazionale). La retribuzione mensile netta a 5 anni è di 1.506 euro rispetto al dato nazionale di 1.499 euro. Relativamente alla soddisfazione, a un anno dal titolo i laureati magistrali di UniTo considerano la laurea conseguita molto efficace o efficace per il 62,4% rispetto al 61,5% rilevato a livello nazionale.
Così commenta il Rettore Stefano Geuna: «I dati di AlmaLaurea confermano, una volta ancora, la capacità del nostro Ateneo di far crescere la qualità della didattica e, soprattutto, la capacità di intercettare e soddisfare la domanda di competenze che viene da un mercato del lavoro in rapida e costante trasformazione. Chi già studia a UniTo - e chi deciderà nei prossimi mesi di far parte della nostra comunità - sa che qui può e potrà contare su una formazione di eccellente livello internazionale, strategicamente orientata alle esigenze di una società che cambia. Studiare serve e amplia le opportunità per ciascuno. Questi numeri, infatti, testimoniano quanto l’investimento nella formazione avanzata sia determinante per costruire il proprio futuro e per una piena realizzazione delle proprie aspirazioni di vita. L’Università è un punto fermo, ancor più in un periodo di diffusa incertezza come quello che stiamo attraversando».