Cambiamento climatico: come il linguaggio giornalistico condiziona l'opinione pubblica
L'Università di Torino collabora a una ricerca internazionale che analizza come il tema del cambiamento climatico viene trattato dai media di Paesi diversi
Poco dopo la Giornata Internazionale della Terra, Unito ospita la conferenza The Changing climate project: a corpus-based investigation, organizzata dalla Cattedra Unesco in Sviluppo sostenibile e gestione del territorio dell'Università di Torino e da Solars - Laboratorio di Scienze Sociali per la ricerca sull’Energia Sostenibile.
Durante la conferenza, la coordinatrice britannica del progetto, Carmen Dyrell, espone i primi risultati ottenuti dalla ricerca, evidenziando anche l'interrogativo da cui nasce The Changing climate project: se il cambiamento climatico è riconosciuto dal mondo scientifico come grave rischio per l'umanità, perché, finora, poco o nulla è stato fatto dalle Istituzioni competenti?
Lo studio condotto dall'Università di Lancaster, in collaborazione con l'Università di Torino e l'Università di Heidelberg, vuole approfondire la questione da un punto di vista e con approcci originali. Scopo del progetto, infatti, è indagare la causa di tale inerzia nel rapporto tra messaggio mediatico e formazione dell'opinione pubblica sul tema, rilevando anche le importanti ricadute che esso può avere sulle politiche ambientali attuate dai Paesi presi in esame.
Il tema del cambiamento climatico viene così osservato incrociando, con uno studio diacronico, e con un approccio quantitativo e qualitativo, quanto emerge dalle più importanti testate di Brasile, Germania, Gran Bretagna e Italia, per individuare come esso sia diversamente trattato dalla stampa locale. Ciò che i gruppi di ricerca evincono sin dalle prime battute è che, in ciascuno di questi contesti nazionali, considerati anche tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra al mondo, l'opinione pubblica locale esprima differenti sensibilità e differenti livelli di consapevolezza sull’argomento.
Per raggiungere tali risultati, la ricerca si avvale di strumenti e metodi inusuali rispetto all'ambito scientifico trattato, utilizza infatti strumenti propri di discipline quali la linguistica e la sociologia, con cui vengono esaminati ingenti volumi di dati, pari, solo per quel che riguarda il nostro Paese, ad un corpus di quasi 20.000 testi.
"Ciò che viene rilevato attraverso il confronto dei testi - dichiara Maria Cristina Caimotto, ricercatrice al dipartimento di Culture Politiche e Società dell’Università di Torino e corresponsabile della ricerca per la parte italiana - è soprattutto la discrepanza, tra i diversi Paesi, nel modo in cui i media nazionali costruiscono il messaggio del cambiamento climatico. Se in Brasile i quotidiani evidenziano il problema della deforestazione e sollecitano l’urgenza di un intervento, in Gran Bretagna i media mettono al centro del dibattito il tema energetico. Tutto questo influisce sull'opinione pubblica e di conseguenza sul tipo di politiche ambientali che saranno sostenute, richieste, accettate, dai sistemi governativi e societari di ciascuno di questi Paesi"
Ascolta l'intervista completa alla dott.ssa Caimotto.