Una ricercatrice di UniTo è tra le finaliste del Premio Donna dell'Anno 2020
Il premio viene assegnato alle personalità femminili promotrici di iniziative che abbiano una particolare ricaduta sociale in ambito sia locale che nazionale. Si può votare fino al 23 novembre per eleggere la vincitrice
Enrica Boda, ricercatrice del NICO - Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino è tra le 15 finaliste dell’edizione 2020 del Premio Donna dell’Anno. Il premio, promosso dall’associazione Innovation Future School, ha l’obiettivo di incentivare e sostenere personalità femminili di spicco che, con intuito e coraggio, si fanno promotrici di iniziative, in ambito economico, culturale, sociale o artistico/creativo, con una particolare ricaduta sociale a livello sia locale che nazionale. La finalità del premio è quella di contribuire a dare visibilità agli sforzi e alla creatività di donne che per ragioni diverse non abbiano ricevuto ancora una particolare attenzione da parte dei media locali e nazionali.
La professoressa Boda è in lizza per la vittoria del premio perché il suo progetto, che indaga il rapporto tra sclerosi multipla e l’inquinamento, è stato selezionato tra 75 candidature ricevute da tutta Italia. Il progetto, finanziato dalla FISM - Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, riguarda in particolare il ruolo dell'esposizione al particolato (PM) e al relativo coinvolgimento di vescicole extracellulari nella neuroinfiammazione e demielinizzazione. Il PM è una complessa miscela di particelle (idrocarburi aromatici, metalli pesanti, componenti microbiche, sostanze inorganiche) di origine naturale e antropica. La maggior parte del PM che si trova nell’aria delle nostre città è emesso dai motori delle automobili o dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni, come prodotto della combustione di derivati del petrolio. Le piccole dimensioni delle particelle che costituiscono il PM fanno sì che, quando inalate, queste penetrino profondamente nelle vie respiratorie e possano entrare nel circolo sanguigno. Le patologie più frequentemente associate all'esposizione al PM sono a carico degli apparati respiratorio e cardiovascolare. Solo di recente si è scoperto che il sistema nervoso centrale è un bersaglio per gli effetti tossici del PM.
Le votazioni per stabilire la vincitrice del premio sono aperte fino al 23 novembre.