Oro nel canottaggio per Giorgio Pellicelli. Il Prof. Emerito di UniTo è campione d’Europa a 87 anni
Dopo una lunga carriera accademica, l’ex docente di Strategia d’Impresa vince la sua prima medaglia d’oro agli europei e si prepara ad affrontare i mondiali in Sudafrica
Meno di un mese dopo aver vinto la medaglia d’oro all’Euro Master Regatta di Monaco di Baviera, categoria pesi leggeri, Giorgio Pellicelli è già in montagna ad allenarsi. Obiettivo: confermarsi ai prossimi mondiali in Sudafrica, dal 21 al 24 settembre. L’amore per il canottaggio è sbocciato di recente, circa 10 anni fa, quando è diventato socio del circolo Canottieri Armida. Prima di allora per Pellicelli, classe 1936, c’è stata una lunga e prestigiosa carriera accademica. Dopo la laurea in Economia all’Università Bocconi è stato docente di Strategia d’Impresa nel Dipartimento di Economia dell’Università di Torino, divenendo il più giovane professore ordinario in Italia. Sempre a UniTo è stato direttore della scuola di amministrazione aziendale e Decano, alternando il cursus accademico a un’ampia esperienza aziendale, seduto nei consigli di amministrazione di Fiat Holding, Fiat France, La Rinascente e Saipo-L’Oréal. Ma come si passa dall’essere il più giovane professore ordinario d’Italia a vincere gli Europei di canottaggio a 87 anni?
“Sono l’unico vecchio che resiste ancora [ride]. Sono stato Decano dell’Università di Torino, ma ricordo che quando ero un giovane professore ordinario mi mandavano nelle commissioni più noiose, quella dove non voleva andare nessuno. Ora invece posso fare di testa mia”.
Visti i risultati, ha fatto bene. Che tipo di gara è stata?
“Il bacino di Monaco dove abbiamo gareggiato, lo stesso dove si tennero i Giochi Olimpici del 1972, quelli tristemente noti per l’attentato ai danni della spedizione israeliana, era molto ventoso. Dopo una partenza lenta ho iniziato fortunatamente a recuperare. Poi a metà gara c’è stato un piccolo incidente. “Ho preso un pesce”, come si dice in gergo, cioè ho dato un colpo a vuoto con la pala. Ma mi sono subito ripreso e sono riuscito a vincere. Se me lo consente, mi capita spesso di vincere…”
Come ci si prepara a competizioni del genere?
“Faccio allenamento prevalentemente in acqua. Quasi tutti i giorni vado dal circolo dell’Armida, sul Po, fino al ponte di Moncalieri, poi torno indietro e faccio alcuni scatti. Ma l’allenamento in acqua non basta. Ora, ad esempio, sono in montagna. Uso la bicicletta in salita per allenare le gambe, quest’ultime sono fondamentali nel canottaggio, molto più delle braccia”.
È vero che, durante gli allenamenti, le capita di incontrare suoi ex studenti?
"Frequentando tutti lo stesso fiume, alla fine ci conosciamo da tempo. Quando lo percorriamo in senso opposto e ci incontriamo mi salutano, anche perché molti di loro che studiano economia all’Università di Torino usano ancora i miei libri di testo. Quando invece percorriamo il Po nella stessa direzione non c’è gara, ma nel superarmi mi incoraggiano. Facile quando hai 25 o 26 anni…”
Lei è sempre stato uno sportivo, tuttavia si è avvicinato al canottaggio in tarda età. Che consigli si sente di dare a chi leggerà la sua storia?
"I campionati europei si svolgono su una distanza di mille metri, ma la mia vittoria più bella, quella per me indimenticabile, è una maratona. Era il 2018, Rowing Challege Rose di Klagenfurt in Austria, 16 km sul lago. Ho vinto in 1 ora e 44 minuti, a 82 anni. Il mio consiglio? Non è mai troppo tardi, anche quando si pensa di esser diventati vecchi".