Nicola Tranfaglia, il ritratto di uno storico della contemporaneità
Scomparso oggi, venerdì 23 luglio, all'età di 82 anni, il Professor Tranfaglia lascia un segno importante nell'Ateneo torinese
A Nicola Tranfaglia, professore emerito di Storia contemporanea presso l’Università di Torino, va senz’altro riconosciuto il ruolo eminente avuto sia in ambito accademico sia nel rapporto costante e fruttuoso con il contesto più ampio del dibattito storiografico, culturale e politico di quasi cinquant’anni.
Nicola Tranfaglia è stato il primo ad avviare un insegnamento di storia contemporanea a Torino nel momento in cui l’Università cercava di aprirsi ad un rinnovato rapporto con la società circostante e ad una più proficua sensibilità alle tematiche emerse dalla crisi politica e culturale degli ultimi anni 60.
Egli ha alimentato il suo impegno nell’insegnamento, rivolto nel corso degli anni a migliaia e migliaia di studenti e ad un vasto numero di allievi, con una costante attività di ricerca di cui non è possibile qui se non indicare alcuni dei principali centri di interesse: in primo luogo lo studio del fascismo non solo attraverso contributi di rilievo nazionale e internazionale – basti ricordare anche soltanto la raccolta di saggi Dallo stato liberale al regime fascista del ‘73, pietra miliare della storiografia sul tema -, ma sapendo anche esercitare uno stimolo costante all’avanzamento delle ricerche e del dibattito; gli studi sull’antifascismo con un’attenzione particolare ai fratelli Rosselli; quelli sull’Italia repubblicana con uno sguardo privilegiato alle vicende della politica nazionale, delle classi dirigenti, del Mezzogiorno e della mafia; e poi i lavori sulla storia della stampa e della magistratura, nei quali ha posto le basi per approcci in larga parte inediti in ambiti storiografici destinati poi a interessanti sviluppi.
Nella definizione degli interessi di ricerca hanno contato senz’altro il forte legame con la cultura delle origini, la formazione giuridica e l’intensa esperienza giornalistica nella redazione di importanti quotidiani nazionali precedente all’ingresso nell’Università di Torino. Su questo bagaglio di esperienze e sulla sua attività di studioso si sono innestati un instancabile lavoro di promozione culturale e una costante collaborazione con riviste specializzate e con vari quotidiani. Anche l’impegno politico nella sinistra, manifestatosi a più riprese nella partecipazione diretta alla vita pubblica locale e nazionale, può senz’altro essere considerato come un prolungamento della riflessione e dell’impegno culturale.
Così, a nome delle colleghe e dei colleghi del Dipartimento di Studi storici, lo ricorda il Direttore del Dipartimento Gianluca Cuniberti: “Nicola Tranfaglia ha lasciato un segno importante e duraturo nell’Ateneo torinese e nella Facoltà di Lettere e Filosofia: in primo luogo ha assunto la responsabilità del Dipartimento di Storia al momento della sua nascita e quindi del dottorato istituito nell’ambito delle discipline contemporaneistiche. È stato determinante per l’istituzione del primo corso di laurea specificamente dedicato agli studi storici. Con lo stesso spirito fattivo e innovatore, ha ricoperto per due mandati la carica di preside nella difficile fase della riforma dei corsi di studio, nonché quella di vicerettore delegato in particolare ai problemi della didattica e, più di recente, di direttore del master di giornalismo. Insieme all’intensa attività di ricerca e di impegno nella società questi tratti descrivono l’assoluto rilievo di Nicola Tranfaglia, della sua presenza vivace e propositiva nella vita dell’Università di Torino intesa come parte essenziale della realtà cittadina e nazionale”.
Tra le tante iniziative che legano il Professore all'Università si ricorda anche la Direzione del Master di Giornalismo Giorgio Bocca di Torino, che guidò con passione insieme a Vera Schiavazzi proprio dal suo anno di nascita.