Lo sviluppo della medicina di genere per garantire equità e adeguatezza della cura
A Torino la tavola rotonda "Medicina di genere come determinante di salute", organizzata dalla Consulta Femminile Comunale con il patrocinio di UniTo, Regione Piemonte e ASL Città di Torino
Si è tenuta martedì 28 febbraio, nella Sala delle Colonne di Palazzo di Città a Torino, la tavola rotonda Medicina di genere come determinante di salute, organizzata dalla Consulta Femminile Comunale con il patrocinio dell'Università di Torino, della Regione Piemonte e dell'ASL Città di Torino.
Le relatrici e i relatori hanno focalizzato l’attenzione sulle prospettive della medicina di genere, a livello legislativo e territoriale, anche alla luce del PNRR. Questo evento prosegue il percorso di approfondimento sulla medicina di genere che ha come obiettivo il porre al centro della la persona, tutelandone la diversità come valore, nel rispetto del principio di eguaglianza ed equità.
Durante l'incontro, moderato da Elena Cestino, giornalista RAI Tgr Leonardo, sono intervenuti: Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio Comunale di Torino, Silvana Ferratello, presidente CFC, Silvia De Francia, docente di Farmacologia dell'Università di Torino, Sergio Foà, docente di Diritto amministrativo dell'Università di Torino), Franco Ripa, Dirigente settore Programmazione dei servizi sanitari e socio sanitari – Direzione Sanità e Welfare della Regione Piemonte, Carlo Picco, Direttore Generale Asl Città di Torino e Commissario Azienda Zero Piemonte.
"Grazie alla legge
3/2018 - ha illustrato Silvia De Francia - in Italia si è affermato il principio dell’applicazione della medicina di
genere nella farmacologia, nella diagnostica e nell’erogazione delle
cure. Si tratta di un principio necessario per garantire il diritto alla salute di tutti, considerato che uomini e donne rispondono in maniera diversa alle terapie farmacologiche. Oltre al principio, la questione è strettamente connessa al diritto di essere curati in modo appropriato. L’obiettivo è quello di
arrivare a non dover più parlare di una medicina di genere,
poiché si sarà affermata una medicina efficacemente adattata alle
specificità delle persone, uomini, donne o transgender".
"Dopo la
legge 3/2018 il problema - spiega Sergio Foà - non è la mancanza di una
normativa, ma la sua completa attuazione. Garantire, su ogni territorio, cure declinate correttamente per genere è necessario a garantire quello che è un diritto fondamentale della persona".
"Per quanto riguarda l'ASL Città di Torino - prosegue Carlo Picco - è stato
istituito un gruppo di lavoro multispecialistico per promuovere queste
tematiche e delineare un approccio concreto e diffuso. Inoltre, sono
stati predisposti corsi di formazione aziendali sulle
differenze di genere in medicina, anche in campo endocrinologico, con
particolare attenzione all’identità di genere".
"Esiste un piano
regionale per la medicina di genere con approccio multidisciplinare - conclude Franco Ripa - basato sulla presa in carico proattiva di tutti
i pazienti e le pazienti, con particolare attenzione alla prevenzione,
anche individuando le predisposizioni di genere. La riforma della
medicina territoriale in Piemonte, in
via di elaborazione, comprende al suo interno la medicina di genere
nelle sue diverse applicazioni".