L'Università di Torino sulla sospensione cautelare delle attività di ricerca del Progetto Light-Up
Il Rettore, la Prorettrice, i Vicerettori alla ricerca e la comunità scientifica dell’Università di Torino esprimono profonda preoccupazione per la recente pronuncia della Terza Sezione del Consiglio di Stato.
Con provvedimento del 23 Gennaio u.s., il giudice d’appello ha accolto l’istanza di sospensione in via cautelare delle attività di ricerca del Progetto Light-Up, in attesa che il Ministero della Salute fornisca prova dell’impossibilità di trovare alternative alla sperimentazione su animali “foriera di sofferenze che la normativa europea ed nazionale sul benessere animale prescrive di evitare o ridurre entro rigorosi parametri fisiologici”. L’ordinanza sospende l’efficacia della precedente disposizione di primo grado ad opera del TAR del Lazio, in attesa della decisione amministrativa definitiva di merito in attesa per il 21 aprile 2020.
In questa come in precedenti circostanze, si ribadisce che il Progetto Light-Up è un importante progetto internazionale che contribuisce all’eccellenza della nostra Università. Si sottolinea inoltre che, fino ad oggi, i ricercatori hanno sempre operato nel totale rispetto del quadro normativo ed etico nazionale e internazionale. Bisogna rimarcare infine che le prove richieste in questa fase con urgenza dal Consiglio di Stato sono già state presentate a tutti gli organi competenti durante l'iter per il conseguimento delle autorizzazioni necessarie alla selezione e al finanziamento del progetto. Proprio perché approvata in sede europea per ottenere il finanziamento del progetto, nonché in sede italiana dagli organi preposti all’approvazione del disegno sperimentale, la documentazione richiesta dal Consiglio di Stato risulta in possesso degli enti preposti. Non possono essere quindi ravvisate violazioni. Il disegno sperimentale approvato è totalmente aderente alla normativa e alle richieste del Consiglio di Stato, e come tale “riduce entro rigorosi parametri fisiologici le eventuali sofferenze”.
Ad oggi, quindi, l'iter amministrativo sul benessere animale può dirsi completo e la vicenda giudiziaria tutt'altro che conclusa, in attesa della pronuncia definitiva del Tar del Lazio che dirà se il progetto potrà continuare.
Occorre pertanto qui rappresentare la preoccupazione diffusa nella comunità accademica per la crescente messa in discussione del principio costituzionale della libertà di ricerca. Tale preoccupazione, accresciuta dalla pendente vicenda giudiziaria, si unisce a quella per la rapida degenerazione del clima mediatico negativo montante che è causa di ingiustificata lesione all’immagine pubblica della ricerca – bene pubblico di primaria importanza – e degli Atenei coinvolti.
L’auspicio che formuliamo in questa sede è che la libertà di ricerca pubblica venga riaffermata al più presto e con chiarezza dalle istituzioni.