L'Università di Torino aderisce alla commemorazione per il 60° anniversario dalla Tragedia di Marcinelle
8 agosto 1956: 136 lavoratori italiani hanno perso la vita nella miniera Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio
Nel 60° anniversario della tragedia di Marcinelle (1956 - 2016), l’Università di Torino aderisce alla Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo, che riporta alla memoria tutti i connazionali vittime di incidenti sul lavoro in Italia e all’estero. Oggi più che mai essa riveste un compito fondamentale: ricollocare la centralità del lavoro quale motore insostituibile nella vita di ogni singolo individuo, nel rispetto delle garanzie di incolumità e sicurezza.
Per l'occasione Unito celebra la giornata ricordando alcune storiche personalità di Ateneo che, nello studio delle diverse discipline, posero attenzione alle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori.
Primo fra tutti Edoardo Perroncito: patologo veterinario e titolare della prima cattedra al mondo di parassitologia (1879) nella Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ateneo, scoprì l'agente della cosiddetta anemia dei minatori che causò la morte di centinaia di operai impegnati nello scavo del traforo del San Gottardo. Perroncito identificò il parassita (il verme nematode Ankilostoma duodenalis capace di creare gravissime emorragie intestinali), ne studiò la trasmissione da uomo a uomo e trovò un farmaco di origine vegetale capace di eliminare il problema. Per questo acquistò una vasta fama internazionale, perché quell'anemia colpiva anche contadini, fornaciai e minatori in tutto il mondo, debellando una malattia professionale.
Il Prof. Amedeo Herlitzka, ordinario e direttore della Sezione di Chimica Fisiologica dell'Università, ideò invece nel 1915 una maschera antigas, dopo aver affrontato negli anni precedenti il problema di avvelenamento dei macchinisti delle navi, che respiravano gas tossici nello svolgimento delle loro mansioni.
E ancora, Giacomo Mottura, professore di Anatomia Patologica di Ateneo, già nel 1950 denunciava la discrepanza tra sistema normativo e produttivo riguardo al tema della prevenzione obbligatoria delle malattie professionali.
"La prevenzione obbligatoria delle malattie professionali" scriveva il Prof. Mottura "si trova in contrasto con l'esigenza del basso costo a oltranza e, stia pure essa a far bella mostra di sé nella legislazione, il sistema attuale di produzione non può non cercare di eluderla, giacché la salute dell'operaio è il bene per esso meno costoso."
(Leggi l'estratto originale "L'ammalato per contratto di lavoro pubblicato sulla rivista bimestrale “Cultura e realtà” maggio – giugno 1950. N 1, conservato presso l’Archivio Storico dell’Università di Torino nel Fondo Giacomo Mottura, per donazione della famiglia).