La stagione d'oro di Elisa Balsamo: "E nel 2021 le Olimpiadi di Tokyo e la laurea in lettere"
Intervista alla campionessa della nazionale italiana di ciclismo e studentessa UniTo
La stagione ciclistica 2020 di Elisa Balsamo è stata un susseguirsi di trionfi: vittoria dell’europeo su strada under 23, argento agli europei élite nell’inseguimento a squadre – con record italiano – e due ori, sempre agli europei, nelle categorie omnium e madison su pista. Oltre alle vittorie con la maglia azzurra Elisa, 22 anni, è vicina ad un altro traguardo: la laurea in lettere moderne e contemporanee all’Università di Torino. Un appuntamento che, insieme alla partecipazione ai giochi olimpici di Tokyo, è stato posticipato al 2021 a causa del coronavirus.
Partiamo dai tuoi successi, arrivati durante un anno scombussolato dalla pandemia. Che stagione è stata per te?
È stata una stagione particolare e complicata. Come tutti, anche noi siamo stati colpiti da questa emergenza sanitaria. A marzo abbiamo fatto i mondiali in pista e subito dopo è iniziato il lockdown. Per due mesi mi sono allenata nella piccola palestra di casa e non è stato per niente facile. Le gare fortunatamente sono ricominciate ad agosto, grazie a una serie di protocolli molto rigidi. Dovevamo fare due tamponi prima di ogni competizione e, una volta sul posto, tenere sempre la mascherina e fare molta attenzione. Era una situazione stressante, ma è stato bello continuare a correre. Il ciclismo ha dimostrato che, se si vuole andare avanti, si può. Gli organizzatori sono stati molto attenti, permettendoci di gareggiare in completa sicurezza. Il nostro calendario solitamente inizia a marzo e finisce a ottobre. Con la pandemia invece abbiamo iniziato ad agosto per poi finire a novembre, che significa tempo ridotto e molte gare annullate. Però è stato bello anche solo poter completare una parte del calendario.
Alla base di tutto c’è la grande passione per la bicicletta, com’è nata?
I miei genitori sono appassionati di ciclismo. Quand’ero piccola ho iniziato ad andare in bicicletta, ma nel frattempo praticavo tanti altri sport, come il nuoto o lo sci, essendo di Cuneo. Poi a 13 anni sono salita sui pedali e non ho più smesso. Già quando avevo 6 anni gareggiavo, ma si trattava di gare amatoriali. Ora sono una professionista che gareggia per il corpo delle Fiamme Oro (Polizia di Stato) e faccio parte del team Valcar Travel&Service di Bergamo, e della Nazionale Italiana.
Oltre alla bici hai anche la passione per la musica - hai suonato il pianoforte per 10 anni - e la lettura. Da professionista come fai a conciliare tutte queste attività?
Con il pianoforte purtroppo ho dovuto fare una scelta. A un certo punto l’ho abbandonato, perché per suonare ci volevano le stesse ore di allenamento che spendo per andare in bici, ed era veramente impossibile. Ma è una passione che mi è rimasta. Magari un giorno, quando smetterò di gareggiare, mi piacerebbe riprendere. Per la lettura invece è diverso. La uso come una sorta di anti-stress quando sono in giro per il mondo a gareggiare. Quando riposo in camera tra una gara e l’altra o riesco a ritagliarmi un po’ di tempo libero mi piace leggere romanzi o libri di letteratura. Tendenzialmente preferisco le storie “vere”, non fantasy o fantascienza.
L’anno prossimo ti aspettano due sfide importanti: le Olimpiadi di Tokyo e la tesi di laurea. Quale delle due è più complicata?
In realtà avrei dovuto laurearmi in lettere moderne e contemporanee a settembre 2020, così come anche i Giochi di Tokyo si sarebbero dovuti tenere ad agosto di quest’anno, ma la pandemia ha fatto slittare tutto al 2021. Il prossimo sarà un anno dai traguardi importanti, senza dubbio. Spero di riuscire a finire tutti gli esami prima dell’estate, così da potermi dedicare completamente alla preparazione atletica che inizierà a giugno, in vista delle Olimpiadi. Ho fatto il liceo classico, quindi lettere moderne mi sembrava la naturale continuazione dei miei interessi. Fin da quando ero piccola i miei genitori mi hanno insegnato che la scuola era al primo posto. Ora la bicicletta è il mio lavoro, ma sto comunque portando avanti l’università perché penso che ogni atleta debba avere un piano B nella vita. Chi gareggia, come me, a 35 anni è considerato vecchio. Per questo è importante pensare al futuro. Certo, dopo 4 ore di allenamento ti assicuro che non è facile mettersi a studiare, ma è una cosa che faccio con piacere. Un po’ come pedalare.