La sicurezza sul lavoro in Italia: un problema di salute pubblica
Un convegno nazionale a cura di Università di Torino, Sezione di Sociologia della Salute e della Malattia dell’Associazione Italiana di Sociologia e Job Film Days
Giovedì 26 settembre 2024, in occasione della quinta edizione di Job Film Days (1-6 ottobre 2024), presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino (via Verdi 10, Torino), si terrà il Convegno nazionale “La sicurezza sul lavoro in Italia: un problema di salute pubblica”, organizzato da Associazione Italiana di Sociologia, Sezione di Sociologia della Salute e della Medicina, Associazione Job Film Days Ets, Università di Torino e dal suo Dipartimento di Psicologia. Il convegno sarà l’occasione per discutere di un fenomeno sociale complesso che chiede di essere trattato in modo integrato secondo differenti prospettive di osservazione.
A gennaio 2024, secondo INAIL, le denunce di infortunio sul lavoro sono state 42.166 (+6,8% rispetto al gennaio 2023), 45 delle quali con esito mortale (+4,7%). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate (6.218, +30,7%). Sono dati che, uniti al Rapporto INAIL 2023, raccontano un fenomeno che non conosce consistenti flessioni nonostante una delle normative più avanzate in termini di prevenzione, oltre allo sforzo economico-finanziario dello Stato sul tema, che va quindi trattato in maniera multiforme.
Il convegno ha l’obiettivo di promuovere un dialogo tra differenti ambiti disciplinari per concepire la sicurezza e gli infortuni sul lavoro come tema di salute pubblica intorno al quale creare pensiero innovativo – di carattere sanitario, assistenziale, amministrativo, giudiziario, economico-organizzativo – da cui far derivare pratiche e comportamenti idonei per garantire una effettiva ed efficace prevenzione e protezione dei rischi durante il lavoro in Italia.
I lavori saranno divisi in due sessioni: al mattino parleranno esperti di sociologia, economia, epidemiologia, psicologia e ambito giuridico, mentre al pomeriggio interverranno istituzioni ed enti impegnati nella prevenzione e nel contrasto al fenomeno. Anche il cinema può stimolare la riflessione e il coinvolgimento su questa importante problematica sociale. Durante la giornata, infatti, saranno presentati alcuni filmati sugli argomenti trattati e la settimana successiva, durante i giorni del Festival cinematografico Job Film Days sarà proiettato, a chiusura del convegno, un lungometraggio sul tema. Si tratta di Morire di lavoro di Daniele Segre, in programma il 2 ottobre alle ore 21 al Cinema Massimo. Il documentario indaga la realtà del settore delle costruzioni in Italia. Protagonisti sono i lavoratori e i familiari dei lavoratori morti sul lavoro che si raccontano ripresi in primo piano guardando verso la macchina da presa. La narrazione si snoda attraverso i racconti e le testimonianze dei protagonisti.
“È necessario – dichiara la Prof.ssa Anna Rosa Favretto, responsabile scientifica del Convegno e docente al Dipartimento di Psicologia di UniTo - un cambiamento collettivo di rotta, possibile soltanto se si realizzerà uno sforzo comune che porti le organizzazioni produttive e i singoli individui a ritenere che la salute e la sicurezza sul lavoro siano parte del gruppo dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione, con riferimento particolare al dovere di proteggere, e al diritto di vedere protetta, la salute individuale e collettiva. Se questo mutamento culturale non inizierà a svilupparsi e a mettere radici, se non si realizzerà questo sforzo collettivo, le disposizioni normative e gli interventi premiali e punitivi saranno armi spuntate, soltanto parzialmente efficaci. Un danno inferto a una parte della società è un danno che fa entrare in sofferenza molte altre parti della società stessa. Questo avviene anche con gli incidenti sul lavoro”.
“Ci fa molto piacere – aggiunge Annalisa Lantermo, direttrice di Job Film Days – avere organizzato con l'Associazione Italiana di sociologia e l'Università di Torino il convegno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro all'interno del Festival di quest'anno. Riteniamo essenziale oggi mettere a confronto le varie discipline che si occupano della materia e fare il punto sulle attività che gli organi istituzionali deputati ai controlli svolgono, al fine di definire una strategia comune per ridurre questo fenomeno ormai veramente drammatico e inaccettabile. Riteniamo inoltre che il cinema possa aiutare a diffondere la sensibilità giusta per prevenire questi rischi, perché smuove l'emotività e lascia il segno nelle persone. Per questo lavoriamo molto anche con le scuole e i centri di formazione professionale, sia durante il Festival che con progetti di formazione durante l'anno”.