Il tutore volontario: un corso per formare una figura di supporto all'integrazione dei minori
In occasione della Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Discriminazione razziale, un corso dell'università per formare i tutori volontari di minori stranieri non accompagnati
I minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono i bambini e i ragazzi stranieri che non hanno adulti di riferimento in Italia. Emerge dunque il bisogno di tutori per i MSNA, figure non soltanto di rappresentanza giuridica, ma anche fondamentali dal punto di vista relazionale e affettivo. "La Legge Zampa cerca di promuovere la figura dei tutori volontari, che dovrebbero essere selezionati e formati dai Garanti regionali per l'Infanzia e l'Adolescenza" dichiara ai microfoni di Unito News la coordinatrice del corso di formazione, Joëlle Long. Il progetto formativo per gli aspiranti tutori volontari si sviluppa nell’ambito di una convenzione tra i Dipartimenti di Culture, Politica e Società, Giurisprudenza e Psicologia, la Garante regionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Regione, l’ANCI-Piemonte, con il sostegno delle Fondazioni CRC, CRT e Compagnia di San Paolo.
La seconda edizione del corso è terminata sabato 17 marzo e ha fatto registrare una partecipazione inaspettata: "Il Piemonte è la prima Regione in Italia per disponibilità manifestata dagli aspiranti tutori, che attualmente sono circa 600" commenta Joëlle Long, che sottolinea come il percorso formativo abbia caratteristiche fortemente interdisciplinari, grazie al coinvolgimento di giuristi, psicologi, sociologi e antropologi. "Un altro dei tratti che caratterizzano la nostra formazione è stato quello di mettere in cattedra gli operatori che ogni giorno si occupano della protezione dei minori stranieri non accompagnati: la Magistratura, i Servizi sociali territoriali, la Questura e, per quanto possibile, anche i ragazzi" continua Long.
L’integrazione dei minori stranieri non accompagnati, dunque, è un problema da considerare in tutta la sua complessità e da punti di vista complementari tra loro. Infatti, il tutore non deve solo relazionarsi con le figure giuridiche e assistenziali presenti sul territorio, ma anche conoscere la dimensione psicologica del minore, oltre al contesto del suo Paese d’origine dal punto di vista sociale e antropologico. Con questo bagaglio di conoscenze, il tutore potrà accompagnare il minore in un percorso che lo porterà a integrarsi prima nel mondo della scuola, poi nel mondo del lavoro, fino al raggiungimento della sua totale autonomia.