Guerre e catastrofi naturali minacciano il patrimonio culturale
Un master dell’Università di Torino, realizzato in collaborazione con l’Esercito Italiano, il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e l’UNESCO, forma i professionisti della protezione dei beni culturali in contesti di emergenza
Si è conclusa con una cerimonia, martedì 16 maggio, la quarta edizione del Master Internazionale in Cultural Property Protection in Crisis Response, che ha l’obiettivo di formare i professionisti della protezione del patrimonio culturale destinati ad operare in quelle aree del pianeta colpite da guerre o da catastrofi naturali. Realizzato dalla Scuola Universitaria Interdipartimentale in Scienze Strategiche dell’Università di Torino in partnership con il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la Cattedra UNESCO Economics of culture and heritage: strategies for protection and development, il master è unico al mondo e propone un approccio fortemente multidisciplinare e altamente professionalizzante, che combina teoria e pratica.
Martedì, a Palazzo Pralormo (Circolo ufficiali dell'Esercito), si è svolta la presentazione dei progetti che gli studenti svilupperanno nei prossimi mesi in vista della discussione e del conseguimento del titolo, a dicembre. Le proposte rispecchiano il carattere multidisciplinare del master, spaziando da progetti di restauro di monumenti di interesse storico alla mappatura preventiva del patrimonio in siti a rischio, passando per l’ideazione di innovativi percorsi di visita museale e il coinvolgimento delle comunità locali nei processi di prevenzione e ricostruzione, per finire con l’elaborazione di moduli formativi per peacekeepers sul tema della protezione e l’uso di speciali database per documentare e fissare la distruzione del patrimonio culturale ucraino. Progetti diversi con un denominatore unico: proteggere i beni materiali e promuovere gli ideali universali della cultura, nel solco del preambolo della costituzione dell’UNESCO («Poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace»).
Kiev, Mosul e Aleppo sono luoghi ormai noti al grande pubblico per essere stati pesantemente colpiti da conflitti sanguinosi o da violenti terremoti, che oltre a provocare migliaia di vittime e di sfollati, si sono abbattuti su edifici storici, siti archeologici e monumenti, mettendo a rischio la memoria e l’identità delle popolazioni del luogo. La gestione della salvaguardia del patrimonio culturale è cosa complessa: gli scenari possono variare fortemente, da situazioni di conflitto a quelle di ricostruzione post-conflitto, mentre i contesti di calamità naturali fanno storia a sé. Ogni scenario presenta risvolti giuridici e tecnici, oltre che politici, sociali ed economici, il che richiede un approccio multidisciplinare da parte degli operatori. Il master di Torino - interamente svolto in inglese - risponde a questa esigenza, fornendo le diverse competenze necessarie per la tutela dei beni culturali in scenari di crisi.
I partecipanti a questa edizione provengono da tutti i continenti, con background accademici e professionali molto diversi: architetti, giuristi, storici dell’arte, specialisti in restauro, funzionari dei beni culturali e ufficiali dell’Esercito. Al termine di un anno di corso acquisiscono le competenze idonee a coordinare, gestire e attuare azioni e progetti per proteggere e recuperare il patrimonio culturale minacciato o danneggiato.
Il master, che vede la collaborazione della Fondazione per la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Culturale “La Venaria Reale”, dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo, e della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, è coordinato scientificamente dal professor Edoardo Greppi, giurista, e dalla professoressa Giovanna Segre, economista. Sei i moduli didattici del corso con relativo esame, preceduti da una fase a distanza e svolti attraverso una serie di lezioni tenute a Torino presso la Scuola di Applicazione dell’Esercito Italiano a cura di docenti degli atenei torinesi e di altri atenei italiani e stranieri, di esperti internazionali, del Centro per le Post Conflict Operations dell’Esercito, del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri e di altre organizzazioni partner. In apertura, il modulo di diritto internazionale sulla protezione dei beni culturali, seguito dalla trattazione dei legami tra patrimonio culturale, economia, politica e società. Altri due moduli – a carattere più tecnico - hanno riguardato il project cycle management per il patrimonio culturale e il digitale per i beni culturali. Il lavoro in aula è stato alternato con incontri e visite studio alla Reggia di Venaria, al Museo di Arte Orientale di Torino e al Nucleo di Torino per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, e si è chiuso ai primi di maggio con una trasferta a Parigi presso la sede dell’UNESCO, dove i futuri esperti in protezione dei beni culturali si sono confrontati direttamente con i funzionari sul campo in Ucraina e a Mosul dove l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura è in prima linea per la protezione e la ricostruzione del patrimonio culturale tangibile e intangibile locale.