Gianni Rondolino, il maestro del cinema
Il 9 gennaio scorso ci ha lasciati Gianni Rondolino (1932-2016), una delle figure più significative e rilevanti della cultura cinematografica italiana.
Già Professore ordinario di Storia e critica del cinema presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, è noto non solo come insigne storico del cinema e critico cinematografico, ma anche per essere stato uno dei fondatori, e per diversi anni Direttore, del Torino Film Festival (nato nel 1983 come Festival Internazionale Cinema Giovani), uno degli eventi cinematografici europei tuttora più vivaci e apprezzati internazionalmente.
Il rigore dello studioso e dello storico, infatti, si sono sempre coniugati non solo con l’attività critica, ma anche con un costante e appassionato impegno di diffusione militante della cultura cinematografica.
Laureato in Lettere Antiche a Torino nel 1956, aveva iniziato fin dall’immediato Dopoguerra a frequentare i cineclub torinesi, contribuendo, negli anni dell’Università, al coordinamento del CUC (Centro Universitario Cinematografico), fondando inoltre il cineclub “L’occhio selvaggio”e animando riviste universitarie. Cancelliere dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 1959 al 1972, dagli anni Sessanta aveva pure iniziato a collaborare con riviste come “Bianco e Nero” e “Il nuovo spettatore”. Come professore incaricato di Storia e critica del Cinema (dal 1971-72) presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino aveva contribuito a fondare accademicamente la disciplina, venendo nominato professore ordinario nel 1980.
Nel corso della sua attività accademica (proseguita sino al 2000) ha formato decine e decine di allievi che si sono poi distinti, in vario modo, nel mondo cinematografico italiano (come studiosi e accademici a loro volta, ma anche come registi e autori cinematografici, come critici, direttori di festival ecc.). Il suo lascito di studioso è imponente e tuttora fondamentale. Oltre alla sua monumentale Storia del cinema (Utet 1977), sulle cui pagine si sono documentati e formati innumerevoli studenti e ricercatori, imprescindibili sono la sua Storia del cinema di animazione (1974) e le ponderose monografie dedicate a Luchino Visconti (1981) e Roberto Rossellini (1989), così come Cinema e musica (1991) e I giorni di Cabiria (1993), insieme ai numerosi saggi e articoli dedicati al cinema d’avanguardia, a Godard e a molti altri autori o momenti della storia del cinema, anche contemporaneo. La chiarezza espositiva e l’impianto limpido e rigoroso dei suoi contributi sono sempre andati di pari passi alla profondità critica e analitica, a uno sguardo acuto e curioso, mai conservatore, sulla materia cinematografica, interrogata e ricostruita come interprete della Realtà e della Storia.