Con il mega telescopio radio alla scoperta delle prime fasi dell'evoluzione dell'Universo
Presentata in India a più di 200 astronomi provenienti da tutto il mondo la ricerca di Stefano Camera, cervello in rientro all’Università di Torino con il programma Rita Levi Montalcini
Si chiama Square Kilometre Array (SKA) il progetto di costruzione tra Sud Africa e Australia del più grande telescopio radio al mondo, che vede coinvolti 10 Paesi fondatori e più di 100 organizzazioni, tra le quali l’Istituto Nazionale di Astrofisica, in 20 Stati.
Durante il meeting annuale della collaborazione SKA a Goa in India, a cui partecipano 200 astronomi da tutto il mondo, ha ottenuto visibilità la ricerca "Sinergie tra diverse lunghezze d'onda per esperimenti radio" del ricercatore Stefano Camera, attivo all’Università di Manchester, ma che prenderà servizio a breve all’Università di Torino dopo aver vinto il Programma ministeriale Rita Levi Montalcini per il rientro dei cervelli.
Le osservazioni tramite lo SKA e altri esperimenti cosmologici forniranno informazioni preziose sul funzionamento della gravità e sulle prime fasi dell'evoluzione dell'Universo. La ricerca, basata su un'analisi statistica della distribuzione delle galassie, sarà condotta con un'osservazione delle strutture cosmiche su larga scala tramite lo SKA-mid in Sud Africa.
"Perché questa analisi dia i migliori risultati abbiamo bisogno di fare un censimento di centinaia di milioni di galassie – spiega Stefano Camera –. SKA-mid è perfetto per questo compito, perché grazie alla sua sensibilità e velocità di osservazione ci permetterà di analizzare per la prima volta un enorme volume di Universo."
Per misurare la distanza delle galassie, Camera prevede di utilizzare altri esperimenti cosmologici delle cui collaborazioni è già membro attivo, come i dati ottenuti da Euclid – un satellite dell'Agenzia Spaziale Europea che sarà lanciato nel 2020 per mappare la geometria dell'Universo oscuro – e dal Large Synoptic Survey Telescope (LSST), un telescopio ottico di ampio campo che sarà attivo in Cile dal 2019.
Combinando dati da esperimenti a diverse lunghezze d'onda si potrà ottenere un quadro più completo dell'evoluzione delle strutture cosmiche su scale estremamente grandi, dove è ancora possibile osservare le impronte lasciate dall'inflazione dell'Universo primordiale – la misteriosa fase di espansione cosmica accelerata che ha preparato la scena per la successiva formazione delle galassie e di tutto ciò che osserviamo nel cosmo.
"Per la prima volta potremo confrontare i dati con le predizioni teoriche su come la teoria gravitazionale di Einstein si comporti su quelle scale – conclude Camera –. Se le predizioni e i dati concordano, sarà un’ulteriore conferma della teoria della relatività generale, mentre, se ciò non fosse, avremmo un forte indizio della necessità di una nuova teoria che ci permetterà di comprendere meglio la gravità come forza fondamentale della Natura ed estendere così la nostra conoscenza della storia dell'Universo sino al Big Bang stesso!"