Come funziona lo Spazio d'ascolto a distanza di UniTo
Gestito dalle tre scuole di Specializzazione di Psicologia è attivo da pochi giorni e ha già raccolto 460 richieste. Ne abbiamo parlato con il prof. Alessandro Zennaro
In un clima di incertezza come quello attuale, dovuto all'emergenza Coronavirus, può essere di sostegno alle persone l’accompagnamento alla riflessione e all'analisi, alla gestione delle criticità vissute e allo sviluppo delle proprie risorse. Ecco perché l’Università di Torino ha deciso di offrire a tutta la comunità universitaria la possibilità di fruire di colloqui di supporto psicologico a distanza. Ne abbiamo parlato con il Prof. Alessandro Zennaro, direttore del Dipartimento di Psicologia.
“Abbiamo ampliato l’iniziativa dello Spazio di ascolto, che esiste dal maggio 2019. Il servizio, oltre che dalla Scuola di specializzazione in Psicologia della Salute che aveva avviato lo Spazio di ascolto in presenza, è ora gestito anche dalle due altre Scuole di specializzazione, Psicologia Clinica e Neuropsicologia, con il coinvolgimento di specializzandi e docenti. Quello che è cambiato, da lunedì scorso, è la modalità telematica del supporto”.
Il servizio è rivolto alla comunità universitaria dell’Università di Torino e a quella del Politecnico. L’offerta è una consultazione psicologica, nel rispetto totale della privacy, composta da cinque incontri psicologici virtuali. I colloqui di supporto psicologico a distanza si svolgono su WebEx (accessibile con mail unito.it) e su Skype. Sono iniziati da poco, ma sono già state raccolte 460 richieste d’aiuto.
"Stiamo incominciando a osservare che rimanere isolati produce ansia, condizione di insicurezza e paura dell’ignoto, nonché una sintomatologia post-traumatica. I traumi sono descritti dai media come catastrofi, ma sono le piccole modificazioni quotidiane che le persone vivono come insolubili. Non siamo, per esempio, abituati a rimanere 24 ore in casa e questo comporta una ristrutturazione completa dei propri equilibri. L’isolamento si porta dietro anche l’incertezza della durata, della contraddittorietà delle informazioni che arrivano, come per l’attesa del picco. Questa emergenza ha caratteristiche ignote in precedenza, la psicologia dell’emergenza quando immagina una catastrofe la immagina disastrosa ma localizzata in un luogo, mentre qui il nemico è invisibile e subdolo. Una dimensione che crea un’incertezza psicologica radicalmente nuova”.
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