Come cambia il significato del volto nella società contemporanea
A Torino ricercatori di fama internazionale raccontano due progetti ERC che affrontano il cambiamento della percezione e dell’utilizzo dei nostri volti nell’era digitale
Dal 28 al 31 ottobre, nel salone d’onore del Castello del Valentino di Torino, si tiene “The last face - Utopias and dystopias of visage ahead”, il convegno che riunisce ricercatrici e ricercatori internazionali sui temi del volto nella società contemporanea digitale. Aprirà i lavori il Prof. Massimo Leone, organizzatore dell’evento in collaborazione con Università di Torino, Politecnico di Torino e Fondazione Bruno Kessler. In questa occasione saranno anche presentati gli sviluppi dei suoi due progetti di ricerca finanziati dallo European Research Council (ERC) nell’ambito del programma dell’Unione Europea Horizon 2020 FACETS, iniziato nel 2019, che raggiunge il termine a fine anno 2024 ed il rispettivo Proof of Concept EUFACETS, iniziato nel 2023.
Il progetto FACETS - FACE AESTHETICS IN CONTEMPORARY E-TECHNOLOGICAL SOCIETIES si è sviluppato in cinque anni, ognuno con temi e acronimi specifici: 1.AVATARS (Artificial Visages in Arts and Technologies: the Agency of Representations in Society), 2.SHIFTS (Socio-cultural Habits and Inflections of Faces across Time and Space), 3.VISAGES (Visage Intelligence Systems from Antiquity to the Genesis of E-Societies), 4.VISUS (Visage Innovations in Social Uniformity Systems), 5.FUTURE Facial Understanding: A Technology of Uniqueness for a Responsible Ethics. Nel frattempo si è anche sviluppata una stretta collaborazione con il Dipartimento di Informatica del Politecnico di Torino, originando FRESCO (Face Representations in E–Societies through Computational Observation), il versante quantitativo e legato alla relazione tra volto, Big Data e all’Intelligenza Artificiale.
Attraverso un approccio interdisciplinare, FACETS combina la storia visiva, la semiotica, la fenomenologia, l'antropologia visiva, ma anche gli studi sulla percezione dei volti e la raccolta, l'analisi e la contestualizzazione sociale dei big data, in modo da studiare le cause culturali e tecnologiche di questi cambiamenti e i loro effetti in termini di alterazione e interazione comunicativa. Nella tensione tra le agenzie politiche ed economiche che premono per una sempre maggiore divulgazione, individuazione e commercializzazione del voto umano e le controtendenze dell'occultamento del volto (scrittori e artisti come Banksy o Ferrante che scelgono di non rivelare il proprio volto), la sintassi visiva, la semantica e la pragmatica del volto umano sono in rapida evoluzione. Anche il significato del volto umano sta attualmente cambiando su scala globale, attraverso l'invenzione e la diffusione di nuove tecnologie visive o attraverso la creazione e l'affermazione di nuovi generi di rappresentazione del volto e nuovi approcci alla percezione multispecie, alla lettura e alla memorizzazione dei volti. Le cognizioni, le emozioni e le azioni che le persone attribuiscono all'interazione con il proprio e l'altrui volto stanno subendo cambiamenti radicali.
Risultati ottenuti, nuovi sviluppi e aperture verranno presentate in occasione di Last Face.
Inoltre verranno anche raccontati gli avanzamenti di EUFACETS - EU FACE ADVANCED COMMUNICATION FOR ELDERS TREASURING IN SOCIETY che è POC di FACETS e ha l'obiettivo di sviluppare un'applicazione per smartphone che consente lo scambio di immagini e messaggi tra gli anziani e le loro famiglie allargate, favorendo i legami tra le generazioni. L'applicazione consente agli utenti di digitalizzare le immagini analogiche e incoraggia gli anziani a condividere le storie associate a queste immagini, anche attraverso la registrazione vocale, quindi usando un medium sonoro. L'app pone l'accento sulle connessioni semantiche basate su narrazioni ed emozioni personali, andando oltre la mera formalità delle connessioni tipica dei servizi di social network contemporanei basati sui volti e offrendo invece una nuova visione del dialogo intergenerazionale ponendo enfasi sulla memoria.
EUFACETS è destinato in primo luogo a quelle generazioni che sono state escluse dalle reti sociali attualmente esistenti a causa del divario digitale. Ma il progetto non si propone di colmare questa lacuna, al contrario: non vuole digitalizzare la memoria degli anziani, ma umanizzare la memoria dei giovani grazie agli anziani e al digitale. Vuole fare tesoro della memoria, delle storie e soprattutto della sensibilità di chi era giovane prima dell'avvento del web per creare una connessione creativa e interattiva.