Carcere e Misure alternative per la rieducazione dei detenuti
Firmata la Convenzione Scientifica e di Formazione tra Università di Torino e Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e della Valle d’Aosta
L’Articolo 27 della Costituzione, nel suo comma secondo, attribuisce alla pena una funzione rieducativa, ripudiando ogni trattamento contrario al senso di umanità.
L’Università di Torino, con la firma di una convenzione di collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e della Valle d’Aosta, si propone di mettere in atto il principio costituzionale.
L’accordo prevede uno scambio reciproco tra istituzioni di ricerca psico-criminologica e giuridica ed enti che operano in ambito penitenziario, ed offre l’opportunità di rieducare e reinserire nel tessuto sociale chi è autore di reato, grazie all'attuazione di interventi mirati e personalizzati, in un’ottica non solo di accoglienza ma anche di prevenzione e di riduzione della ricaduta criminale.
“Gli obiettivi della convenzione - Dichiara la Prof.ssa Georgia Zara, Presidente del corso di laurea Psicologia criminologica e forense- sono due: scientifico e formativo. Solo costruendo un percorso articolato e condiviso nell'ambito della ricerca e della formazione è possibile conoscere e intervenire sulla realtà degli autori di reato e del carcere, contribuendo così ad attuare le norme in tema di prevenzione, di trattamento extramurario e valutazione del rischio di recidiva, previste anche a livello europeo.“
La convenzione, siglata nell'ambito del Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Criminologica e Forense, è stata firmata dal Dr. Luigi Pagano - Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Regione Piemonte e Valle d'Aosta, dalla Prof.ssa Elisa Mongiano, Vice Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e dal Prof. Alessandro Zennaro, Direttore del Dipartimento di Psicologia, anche per creare spazi condivisi di competenza professionale nei quali integrare l’attività didattica universitaria con laboratori specialistici, e consolidare la formazione di quegli operatori, i futuri psicologi criminologici e forensi, il cui ruolo sarà centrale per l’attuazione della sfida normativa e costituzionale del prossimo futuro.