Addio al Prof. Roberto Tessari, docente di Drammaturgia teatrale
Già direttore del Dipartimento di Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell'Ateneo torinese, è stato uno dei principali protagonisti dell’affermazione e del consolidamento degli studi teatrali italiani
La notte del 21 ottobre scorso è mancato Roberto Tessari. È una notizia molto triste, che ci colpisce sul piano professionale e ci addolora moltissimo su quello umano.
Roberto Tessari, allievo di Giovanni Getto, è stato uno dei principali protagonisti dell’affermazione e del consolidamento degli studi teatrali italiani. Dagli anni Sessanta, quando a fianco di Ludovico Zorzi tiene a Torino seminari dedicati a vari momenti della storia dello spettacolo, fino al primo decennio del nuovo secolo non ha fatto mai mancare il suo contributo attento, curato, minuzioso e partecipato, con libri e saggi che, radicandosi in maniera forte nello studio della Commedia dell’Arte (fondamentali al proposito la sua prima monografia di rilievo La Commedia dell’Arte nel Seicento. “Industria” e “arte giocosa” della civiltà barocca, Firenze, Olschki, 1969 e il volume, altrettanto noto e apprezzato, Commedia dell’Arte: la Maschera e l’Ombra, Milano, Mursia, 1981), hanno spaziato su fronti diversi, offrendo ad ognuno di essi testi di riferimento importanti. Si pensi all'originale e documentato libro sul rapporto fra teatro e avanguardie (Teatro e avanguardie storiche. Traiettorie dell’eresia, Laterza, Bari-Roma, 2005) o a quello, a tratti anche polemico, su teatro e antropologia (Teatro e antropologia, Roma, Carocci, 2004).
Ma Tessari è stato anche studioso del Settecento (Teatro e spettacolo nel Settecento, Bari-Roma, Laterza, 1995), e fra i primi ad occuparsi, con un nuovo approccio metodologico e una nuova visione, della drammaturgia, sia delle epoche passate che di quelle più recenti: su La drammaturgia da Eschilo a Goldoni, Bari-Roma, Laterza, 1993, sintesi eminente della dimensione storica della drammaturgia, hanno studiato più generazioni di studenti provenienti da svariate discipline umanistiche.
Uno storico del teatro a tutto tondo, insomma, come ce ne sono pochi. Collaboratore di riviste prestigiose, dimostra una vocazione internazionale fin dai suoi esordi come studioso, quando nel 1971 viene nominato, dal Ministero della Cultura francese, Maître de conférences associé per l'insegnamento di Lingua e Letteratura Italiana presso la Facoltà di Sciences Humaines dell’Università di Saint-Etienne.
All’attività accademica, con le qualità di storico raffinato e di solido teorico, ha sempre affiancato un coinvolgimento attivo col teatro vivo e militante, sia come drammaturgo sia come regista.
La sua intensissima attività didattica si è svolta dapprima a Pisa (dal 1980 al 1989), poi a Cosenza (dal 1989 al 1993), e infine presso l’Università di Torino. In tutte le sedi ha rivestito importanti ruoli gestionali, fra i quali la direzione del Dipartimento di Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell’Ateneo torinese.
È stato anche il Presidente dell’ADUIT, dell’Associazione nazionale dei docenti universitari italiani di teatro, che è poi traghettata, anche grazie al suo contributo fondamentale, nell’attuale CUT (Consulta Universitaria del Teatro).
Roberto, oltre che di qualità scientifiche, era ricchissimo di qualità umane, con la sua discrezione, il tono sommesso, una gentile delicatezza e quell’aria da eterno adolescente anticonformista ma un po’ introverso che lo caratterizzava nei modi e nei toni.
Ci mancherà.
I docenti del DAMS e della Consulta Universitaria del Teatro CUT