UniTo in Giappone, da Kyoto a Osaka
Seconda e ultima tappa della missione internazionale dell'Ateneo torinese: tanti incontri in vista di collaborazioni future
Cristina Prandi, Alessandro Vercelli – Vice-Rettori alla Ricerca dell’Università di Torino – e Mariasilvia Ciola, consigliere del Rettore per i progetti internazionali hanno concluso la missione internazionale in Giappone. Dopo gli incontri istituzionali a Tokyo, il viaggio è proseguito, il 16 febbraio, per la seconda e ultima tappa, con il trasferimento dalla capitale giapponese a Kyoto (458 km in poco più di due ore) tramite il famoso Shinkanzen o “bullet train”.
LA FORZA DELL'INTERDISCIPLINARIETÀ
Alla University of Kyoto la delegazione ha avuto un primo incontro con la Graduate School of Advanced Integrated Studies in Human Survivability, una scuola improntata a una ampia interdisciplinarietà che offre a un selezionatissimo gruppo di 20 studenti (10 giapponesi e 10 stranieri) un percorso di 5 anni composto da 2 anni corrispondenti a un master e 3 anni equivalenti a un dottorato. Fra le materie impartite: enviromental disaster, network society, global commodity issues, sustainable economy, natural resources and energy policy, international development.
Il prof. Yuichi Ikeda, fisico di formazione, e il prof. Kei Saito, chimico, hanno proposto a UniTo di definire un accordo di collaborazione sia per favorire la partecipazione di studenti torinesi a questo ambizioso corso sia per consentire ad alcuni studenti di svolgere un periodo di ricerca, anche a livello di laurea magistrale, presso la School. Nel primo pomeriggio la delegazione è stata ricevuta dal vice Presidente per la Ricerca e la valutazione, prof. Norihiro Tokitoh, presso lo storico edificio dell’Università di Kyoto. Entrambi gli atenei sono caratterizzati dall’ampia offerta di corsi nelle varie discipline e dall’interesse a offrire opportunità di mobilità a studenti (master e dottorato) e ricercatori. Dopo l’incontro istituzionale la delegazione si è separata.
LA RICERCA MEDICA
Il prof. Vercelli, accompagnato dal Console generale d’Italia, Marco Prencipe, ha raggiunto la School of Medicine dove sono stati accolti dal prof. Tadashi Isa, che il prof. Vercelli aveva già conosciuto in occasione di un webinar sulle neuroscienze organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo. All’incontro hanno partecipato altri colleghi di varie discipline: Ryosuke Takahashi, neurologo impegnato nella ricerca sulla malattia di Parkinson; Seishi Ogawa, interessato a collaborare con UniTo nell’ambito di oncologia e in particolare le leucemie; Motoko Yanagita, nefrologa. Tutti loro hanno manifestato un ampio interesse alla collaborazione con la Scuola di Medicina di Torino sia nell’ambito dei progetti di ricerca sia per favorire la mobilità di ricercatori, medici, specializzandi. Al termine è stato concordato di organizzare incontri online tematici coi colleghi torinesi coinvolti ratione materiae anche col l’obiettivo di tenere simposia congiunti, per individuare temi specifici di collaborazione. L’ultimo impegno della giornata si è svolto presso l’Institute for the Advanced Studies of Human Biology (ASHBi) con alcuni colleghi del Department of Medical System genomics (Nirihuro Tokitoh e Shruti Bhagat). ASHBi conosce molto bene sia UniTo sia l’IRCCS di Candiolo e IFOM oltre ad avere collaborazione con lo Human Technopole. Anche in questo caso si sono concordate future iniziative di collaborazione.
In generale si è riscontrato un concreto interesse ad avviare collaborazioni scientifiche oltre che un amore sincero per l’Italia e profonda stima per la ricerca italiana. “Per quanto i discorsi vadano approfonditi e le collaborazioni poste in essere, esistono molti temi comuni sui quali potremmo lavorare insieme per rendere la nostra università ancora più competitiva a livello internazionale e superare insieme la pandemia aprendoci al mondo”, ha commentato il prof. Vercelli al termine degli incontri alla School of Medicine.
PER UN FUTURO SOSTENIBILE
La prof.ssa Prandi, accompagnata da Mariasilvia Ciola e dall’addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia, prof. Enrico Traversa, si sono, invece, trasferiti presso il campus di Uji dell’Università di Kyoto dove si sono svolti vari incontri coi rappresentanti del Research Institute for Sustainable Humanoshere (RISC).
Grazie al prezioso coordinamento di una ricercatrice italiana, Francesca Pincella, senior lecturer al Institute for Chemical Research, il pomeriggio è stato denso di incontri, tutti di notevole interesse. La prima visita è stata dedicata al laboratorio diretto da Francesca Pincella (nano materiali per catalisi). Il prof. Yano Hiroyuki (Laboratory of Active Bio-based Materials – RISH) ha illustrato il suo avveniristico progetto di automobile in cui la carrozzeria e la maggior parte dei componenti sono stati realizzati con nanomateriali derivati da cellulosa. Tale materiale, riducendo sensibilmente il peso del veicolo, garantisce un risparmio di consumi di oltre il 16%. Non piccola è stata la meraviglia della delegazione quando il prof. Hiroyuki ha mostrato il prototipo: un’auto sportiva di un gradevole color glicine, guidabile. Infine, la delegazione è stata accolta dal direttore del Institute for Chemical Research, prof. Aoyama Takashi, che ha offerto un’ampia panoramica sulle attività dell’istituto e sulle possibili collaborazioni con UniTo.
L'INTERESSE PER LA LINGUA ITALIANA
L’ultima giornata, il 17 febbraio, è stata interamente dedicata alla Osaka University. A Osaka l’ateneo torinese ha avuto la fortuna di poter contare sul supporto di un professore italiano del Dipartimento di Fisica ed alumnus di UniTo: Luca Baiotti. Grazie al prof. Baiotti è stato possibile, nella fase di definizione del programma, individuare i centri di ricerca e i dipartimenti dell’ateneo giapponese maggiormente interessanti.
Il vice President for Global Engagement dell’Università ha accolto la delegazione negli uffici di Presidenza assieme a un gruppo di colleghi, fra cui il prof. Luca Baiotti e il prof. Giulio Antonio Bertelli, specialista di lingua e letterature italiane presso il Dipartimento di Scienze Umane. Quest’ultimo ha proposto di avviare dei colloqui per definire un accordo nel campo delle scienze umane, al fine di favorire periodi di scambio di studenti per l’approfondimento della lingua. Vi è molto interesse per la lingua e in generale la cultura italiana e tale accordo rappresenterebbe per l’Università di Osaka una priorità.
DALLE NEUROSCIENZE ALLA METABOLOMICA
Dopo le introduzioni e le foto di rito, la riunione è proseguita con degli incontri tematici.
Il prof. Vercelli ha incontrato il prof. Makoto Sato (Department of Anatomy and Neuroscience) che sta conducendo ricerche sulla sviluppo della corteccia cerebrale assieme alla parte di biologia molecolare coinvolta nonché le molecole che ne influenzano lo sviluppo. Il prof. Sato, inoltre, collabora attivamente con un gruppo di università di paesi asiatici, fra cui Vietnam, Filippine, Indonesia, Singapore, per lo studio delle malattia del neurosviluppo e rappresenterebbe un tramite qualificato per introdurre UniTo a centri di ricerca e università di tali paesi.
Col prof. Kiyoshi Takeda, immunologo, è stato affrontato il tema della collaborazione sulla sclerosi multipla con l’utilizzo delle reciproche bio-banche. I colleghi giapponesi sono, anche in questo caso, molto interessati a stabilire accordi di collaborazione per favorire la mobilità di studenti, specializzandi, ricercatori. Il prof. Takeda è riuscito a creare un centro di ricerca di base abbondantemente finanziato dalle case farmaceutiche private, nella convinzione che sono le applicazioni della ricerca di base che possono rivoluzionare la medicina.
Il prof. Manabu Fujimoto, dermatologo di formazione, è il responsabile delle relazioni internazionali della School of Medicine e ha proposto di collaborare con UniTo nell’ambito del corso in inglese Medicine&Surgery con l’obiettivo di permettere agli studenti dei due atenei di fare una breve esperienza all’estero (due settimane); parimenti è stato ipotizzato lo scambio di professori per tenere brevi cicli di lezioni.
In parallelo a tali incontri, la prof.ssa Prandi ha incontrato i rappresentanti del International Centre for Biotechnology(prof. Kazuhito Fujiyama, prof. Kosuke Honda, prof. Eiichiro Fukusaki) Il prof. Fukusaki, in particolare, ha illustrato le attività del laboratorio da lui diretto che si occupa di metabolomica, laboratorio interamente finanziato all’interno dell’Università da un’impresa privata e con la quale i ricercatori universitari e i dipendenti del settore R&D dell’azienda collaborano fianco a fianco. Un ottimo esempio di Joint Lab.
Coi professori Takashi Kubo e Makoto Yasuda, chimici, la conversazione si è concentrata su collaborazioni scientifiche e sulla possibilità di attivare percorsi di dottorato “Double Degree, scambio di ricercatori e mini-simposia bilaterali con l’obiettivo di avviare interazioni proficue per entrambe le Università.
Molto istruttiva è stata l’illustrazione del progetto “TechAlliance” della Osaka University: si tratta di un intero edificio del campus e di proprietà dell’Università, all’interno del quale imprese private hanno installato propri laboratori affinchè ricercatori delle imprese e dell’Università possano lavorare fianco a fianco. Tale modello è sembrato un riferimento interessante in questa fase di sviluppo del progetto Butterfly a Grugliasco.
UNA MAGGIORE INTERNAZIONALIZZAZIONE
La Vice-Rettrice per la Ricerca, prof.ssa Cristina Prandi, ha sintetizzato così l'esito del viaggio istituzionale: “La missione in Giappone è stata un’esperienza innovante nella strategia d’internazionalizzazione dell’Università di Torino. Non solo per le opportunità di collaborazione che sono state avviate, ma per la consapevolezza acquisita che anche l’Italia, come gli altri grandi Paesi europei, può agire come un sistema Paese ed essere riconosciuta, nel settore dell’istruzione superiore e della ricerca, un membro del G7 a pieno titolo. La sinergia che si è creata fra le nostre rappresentanze diplomatiche, Ambasciata e Consolato, la rete dei ricercatori italiani in Giappone e, in prospettiva, quella di una capillare associazione di alumni di UniTo nel mondo ha reso possibile realizzare un programma di alta intensità con risultati che si preannunciano di elevata qualità".