Oltre l’esilio. Università, diritto allo studio e protezione internazionale
Per sostenere il diritto allo studio di persone rifugiate, immatricolate o in procinto di farlo, è necessario affrontare alcune criticità specifiche, non solo di natura socioeconomica o burocratica.
Il viaggio verso l’Europa di persone in fuga da contesti di guerra e di pericolo ha i suoi rischi e le terre di confine conservano, a pelo d’acqua o nei suoi abissi, tra arena e dune, gli anonimi caduti, i sommersi a noi contemporanei. La più recente delle storie che hanno colpito l’immaginario di noi tutti è quella del giovane adolescente maliano, trovato ormai senza vita con la pagella di scuola cucita dentro la tasca della giacca.
… l’orgogliosa pagella di scolaro tu / solitario ragazzino perso nell’immensa incertezza del migrare
Così lo ha ricordato Aldo Masullo nel poema a lui dedicato, “Pagella di scolaro in fondo al mare”
(2019). Sulla stampa, l’anatomopatologa Cristina Cattaneo ne ha ricostruito la storia, a quasi quattro
anni di distanza. Il giovane maliano era sul barcone naufragato il 18 aprile 2015, quando morirono
circa mille persone. Di queste, 528 sono state nel corso degli anni identificate grazie al lavoro della
professoressa Cattaneo e dei suoi collaboratori del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano.
«Qualcosa di duro e quadrato», scrive Cattaneo, era cucito nella tasca della giacca. «Tagliammo
dall’interno per recuperare, senza danneggiarla, qualunque cosa fosse. Mi ritrovai in mano un
piccolo plico di carta composto da diversi strati. Cercai di dispiegarli senza romperli e poi lessi:
Bulletin scolaire e, in colonna, le parole un po’ sbiadite mathématiques, sciences physiques… Era
una pagella. “Una pagella”, qualcuno di noi ripeté a voce alta». «Pensammo tutti la stessa cosa —
ricorda —, ne sono sicura: con quali aspettative questo giovane adolescente del Mali aveva con
tanta cura nascosto un documento così prezioso per il suo futuro, che mostrava i suoi sforzi, le sue
capacità nello studio, e che pensava gli avrebbe aperto chissà quali porte di una scuola italiana o
europea, ormai ridotto a poche pagine scolorite intrise di acqua marcia?».
È per queste ragioni quanto mai fondamentale oggi che la realtà accademica si impegni a sostenere il protagonismo individuale degli studenti e delle studentesse che hanno diritto alla protezione internazionale, fornendo loro un pieno accesso allo studio universitario. Dal 2015 l’Università degli Studi di Torino ha promosso il progetto UNRESST (UNito for REfuges Scholars and STudents), grazie all’azione congiunta dei tre Dipartimenti della Scuola di Scienze Giuridiche, Politiche ed Economico-Sociali, per riuscire a dare risposte concrete al desiderio di continuare gli studi di giovani rifugiati, determinati a scrivere nel nostro paese il proprio percorso migratorio. Nel 2017, il progetto ha incontrato il supporto della Rete UNIT-EDU, grazie alla collaborazione tra l’Università, l’Associazione A Pieno Titolo e altre realtà istituzionali (Comune di Torino, Edisu, Cpia-Petrarca, Ufficio Pastorale Migranti, Chiesa Valdese) e del terzo settore. Grazie al contributo ricevuto su fondi 8X1000 della Chiesa Valdese, tutti i partner coinvolti nel progetto hanno potuto implementare una serie di attività di accompagnamento allo studio per studenti e studentesse aventi una protezione internazionale e iscritti a UNITO.
Per sostenere il diritto allo studio di persone rifugiate, immatricolate o in procinto di farlo, è infatti necessario affrontare alcune criticità specifiche, non solo di natura socioeconomica o burocratica. L’approfondimento dell'italiano (L2), la mancanza di una rete familiare e amicale, la possibile vulnerabilità psicologica, sono variabili che possono rendere faticosa la continuità nello studio e il conseguimento della laurea. Negli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019 si sono avviate esperienze diversificate per garantire percorsi di studio individualizzati e collettivi (gruppi di studio); per migliorare le conoscenza della lingua italiana (in sinergia con il progetto Petrarca - Piano Regionale per la formazione civico- linguistica dei cittadini di Paesi terzi) e dell’inglese (grazie alla collaborazione del CSA, il Centro piemontese per studi africani); per accrescere le occasioni di sperimentazione in azienda e la progettualità accademico-professionale (tirocini di inclusione sociale, Comune di Torino); per rafforzare il sostegno sociale e abitativo; per orientare a forme anche non accademiche di valorizzazione delle competenze acquisite nei paesi di provenienza; per stimolare forme di protagonismo e creazione di rete tra pari (Associazione mosaico azione per i rifugiati); per garantire una presa in carico psicologica laddove richiesta (con l’Associazione Frantz Fanon).
L’esperienza delle reti UNRESST e UNIT-EDU trova oggi una nuova sinergia con PASSI@UNITO, progetto pilota finanziato dal MIUR, attivo nell’anno accademico 2018-19 presso l’Università di Torino, finalizzato favorire la presenza e l’integrazione di studenti extra-UE provenienti da aree economicamente svantaggiate e caratterizzate dall’uso di modelli educativi, scolastici e sociali culturalmente diversi da quelli europei, al fine di migliorare il processo di inserimento sia a livello accademico sia nel territorio, in senso più ampio. All’interno del Progetto PASSI@UNITO e grazie al sostegno dei docenti e ricercatori del CREtAM (Centro di ricerca in Etnopsichiatria e Antropologia delle migrazioni del DCPS), è prevista una ricerca-azione (etnografica e clinica) che sarà rivolta, da un lato, ad analizzare le difficoltà incontrate dagli studenti stranieri nel loro percorso di studio e, dall'altro, a costruire un servizio di consulenza secondo un approccio etnopsicoterapeutico.