Migranti tra Neolitico ed Età del Bronzo, quei flussi dall'Est che hanno popolato il Mediterraneo Occidentale
Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution che fa luce sulla storia genetica delle isole del Mare Nostrum
Ricostruire i flussi migratori durante la Preistoria è impresa ardua. Da oggi però, grazie allo studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution dal titolo “The spread of steppe and Iranian-related ancestry in the islands of the western Mediterranean”, si fa luce sulla storia genetica delle isole del Mediterraneo occidentale, nel periodo che va dal Neolitico alle Età del Bronzo e del Ferro, volto a individuare i tempi e i modi di popolamento del Bacino.
Coinvolti nel progetto sono stati ricercatori dell'Università di Vienna e Harvard e, per l'Italia un team di Antropologi di diversi Atenei, tra cui le Università di Firenze, Cagliari, Palermo, Roma e Torino. L'analisi del DNA di più di 60 reperti provenienti dalle isole Baleari, Sicilia e Sardegna, ha messo in evidenza come il popolamento antico di queste isole abbia avuto storie di migrazioni differenti, per tempi e per provenienza delle genti colonizzatrici.
“L’occasione di questo progetto – ha dichiarato la Dott.ssa Margherita Micheletti Cremasco, responsabile del Laboratorio di Antropologia, Antropometria ed Ergonomia presso il DBIOS dell’Università di Torino – nasce da una collaborazione di Unito col Prof. Luca Sineo dell’Università di Palermo per lo studio di reperti siciliani dell’Età del Bronzo provenienti dal sito di Ponte della Paolina. Il contributo del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi ha riguardato lo studio dei resti umani antichi del sito, situato nell'entroterra di Camarina (Ragusa) e datati tra 3700 e 3400 BP, conservati presso il Laboratorio di Antropologia, Antropometria ed Ergonomia del DBIOS”.
“Presso il nostro laboratorio – continua Micheletti Cremasco – è stato effettuato il prelievo di campioni dalla rocca petrosa dell’osso temporale di 38 individui e 5 di questi hanno restituito DNA sufficientemente ben conservato da essere inseriti nella ricerca per lo studio del popolamento della Sicilia. A tal riguardo, la ricerca ha evidenziato come in Sicilia i flussi demici arrivarono nel 2200 a.C. circa, dalle steppe orientali e in parte dall'Iberia, mentre la discendenza legata alle genti provenienti all'Iran arrivò alla metà del secondo millennio a.C.. In Sicilia non sono presenti esempi di migrazioni dirette dall’Africa in questo periodo, come invece risulta per la Sardegna. Il nostro ricordo e un ringraziamento vanno alla collega Tiziana Doro Garetto, che per prima studiò i materiali di Ponte della Paolina”.