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  • Il Premio Turing Silvio Micali all’Università di Torino
31 ago 2018

Il Premio Turing Silvio Micali all’Università di Torino

Il vincitore del Turing Award 2012 Silvio Micali
fotovideo

Il vincitore del prestigioso premio, spesso chiamato “Premio Nobel per l’Informatica”, ospite alla Conferenza Euro-Par 2018 sui temi della blockchain

La 24° edizione della Conferenza internazionale sul Calcolo Parallelo e Distribuito (Euro-Par), organizzata dal Dipartimento di Informatica, si è svolta nella cornice del Campus Luigi Einaudi dal 27 al 31 agosto, con la presidenza generale di Marco Aldinucci e Luca Padovani, professori all’Università di Torino, e di Massimo Torquati, docente all’Università di Pisa. Tra gli ospiti, Silvio Micali, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT), membro della National Academy of Sciences, della National Academy of Engineering e dell’American Academy of Arts and Sciences.

Micali è uno dei massimi esperti di crittografia: nel 2012 vinse il Turing Award con la collega Shafi Goldwasser per aver scoperto i "fondamenti della moderna teoria della crittografia", come si legge nelle motivazioni del premio. Studioso di blockchain, con la sua piattaforma Algorand, Micali intende rendere più decentralizzate e trasparenti le transazioni di dati. Intervistato da Unito News, il Premio Turing spiega come funziona la blockchain: “Si tratta di una base di dati organizzati in blocchi in modo distribuito. Non c’è un attore centrale che orchestra tutto: la comunità si auto-organizza, in modo tale che i blocchi siano visibili a tutti e ciascun membro possa scrivere almeno una transazione al loro interno, senza possibilità di falsificazione”.

Decentralizzazione, trasparenza, sicurezza, immutabilità: sono queste le parole chiave della blockchain, le cui applicazioni spaziano dalle criptovalute agli smart contract. Come spiega Micali, quando due contraenti intendono firmare un contratto, di solito si rivolgono a terze parti fidate che facciano da intermediari. Con la blockchain, verrebbe meno la figura dell’intermediario: perché il contratto sia valido, è sufficiente che tutti i contraenti firmino in un preciso blocco della blockchain, con garanzie di tutela, tracciabilità, economicità e velocità della transazione. Proprio la velocità sembra essere il futuro della blockchain: la ricerca tecnologica si deve muovere in questa direzione perché “senza tecnologia non c’è blockchain”.


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