Conferito alla Sorbona il Dottorato honoris causa al prof. Ortoleva
Studioso di storia e teoria dei media ha ricevuto l’importante riconoscimento dall’Università Paris II
L'Università Paris II Panthéon-Assas ha conferito il Dottorato honoris causa al Prof. Peppino Ortoleva, storico dei media dell’Università di Torino. La cerimonia si è svolta martedì 12 ottobre nel Grande Anfiteatro della Sorbona. Insieme al Prof. Ortoleva sono stati insigniti dell’importante riconoscimento due economisti, tra cui il premio Nobel Robert Aumann, e tre giuristi, tra cui l’ex presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo Linos-Alexandre Sicilianos. Il prof. Ortoleva, unico studioso di comunicazione, è stato presentato dalla professoressa Cécile Méadel, nota studiosa di storia dei media, e dal prof. Fabrice d’Almeida, che nel corso della sua carriera si è occupato di storia dei media e ha scritto importanti opere sulla storia del nazismo.
Peppino Ortoleva è stato professore di Storia e teoria dei media all’Università di Torino. È profesór ajunto all’Universidad de los Andes di Bogotà. Ha tenuto corsi e seminari in numerosi paesi tra cui Australia, Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Usa. Ha pubblicato oltre cento articoli e saggi scientifici in più lingue. I suoi ultimi libri, pubblicati da Einaudi, sono Miti a bassa intensità. Racconti, media, vita quotidiana e Sulla viltà. Anatomia e storia di un male comune.
“Quando si ottiene un riconoscimento come questo Dottorato honoris causa - ha dichiarato il Prof. Peppino Ortoleva - credo sia normale chiedersi prima di tutto se lo si merita, e poi che cosa si sia fatto di così singolare per riceverlo. Credo che ci sia in effetti un filo rosso da cui è stato attraversato tutto il mio lavoro, anche se mi sono occupato di temi molto diversi, dal gioco al ballo fino alla viltà: mentre gli studi sulla comunicazione tendono fin troppo spesso a concentrarsi sull’attualità immediata, io ho cercato sempre di leggere le tendenze di lunga e lunghissima durata sotto i fenomeni apparentemente di più corto respiro, e i cambiamenti anche i più precipitosi e inattesi sotto quel che sembra restare sempre uguale”.