Apre in Giappone la mostra “The Tale of Be-Archeo”, un viaggio tra il passato del Giappone e l’eccellenza della ricerca europea
Be-Archaeo è un progetto guidato dall’Università di Torino finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea.
Il 7 ottobre 2022 apre in Giappone la mostra “The Tale of Be-Archaeo”, un riassunto dei risultati e dell’innovativa metodologia dell’omonimo progetto portato avanti da un team europeo in collaborazione con partner giapponesi a partire dal 2019. Finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea e dedicato all’analisi degli ancora sconosciuti (e spesso giganteschi) tumuli funerari di epoca kofun, il progetto ha visto la collaborazione di archeologi europei e giapponesi con un ampio team di ricercatori specializzati nell’archeometria, da chimici, fisici e scienziati della Terra fino a veterinari e biologi, con l'informatica a giocare un ruolo determinante per la conservazione e la comunicazione dei risultati della ricerca. Un caso unico di cooperazione nel suo genere per ampiezza e ambizione, il cui obiettivo è stato quello di impostare una nuova metodologia transdisciplinare per l’archeologia, applicandola a uno dei periodi più inesplorati della storia giapponese.
Be-Archaeo sta per BEyond ARCHAEOlogy: an advanced approach linking East to West through science, field archaeology, interactive museum experiences. Il progetto è stato finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 dell’Unione Europea; guidato dall’Università di Torino, è stato sviluppato da un ampio consorzio di università e istituti europei (oltre all’Università di Torino l’International Research Institute for Archaeology and Ethnology, IRIAE, di Napoli, l’Università di Lisbona) e partner privati (l’azienda italiana TecnArt, la greca Terra-Marine e la belga Visual Dimension), insieme all’Università di Okayama. Ha beneficiato inoltre della collaborazione della Prefettura di Shimane, del Museum of Ancient Shimane e del Research Institute for the Dynamics of Civilizations (RIDC) di Okayama. Iniziato nel febbraio 2019, il progetto ha avuto come obiettivo quello di promuovere la collaborazione di esperti di discipline e settori differenti per sviluppare una visione transciplinare dell’archeologia e dell’archeometria. Questo nuovo approccio è stato applicato all’indagine di uno dei periodi più misteriosi della storia giapponese, ossia quello kofun, posto idealmente tra i periodi Jomon e Yayoi (che marcano la fine della preistoria e l’inizio dell’età del bronzo e del ferro) e il periodo Heian (l’ultimo prima della nascita del Giappone feudale). Un momento la cui analisi è chiave per comprendere l’origine del popolo giapponese, ancora largamente dibattuta, ma la cui conoscenza è ancora limitata; i resti più rilevanti del periodo sono infatti proprio i kofun, tumuli funerari spesso di forma circolare o a toppa di serratura, talvolta di dimensioni persino superiori alle piramidi egizie, presenti a migliaia sul territorio giapponese ma in larga parte ancora non investigati. Il progetto Be-Archaeo ha concentrato la propria analisi su una di queste tombe, il Tobiotsuka kofun nei pressi della città di Okayama, e su altri siti del Giappone centrale.
Il Progetto ha coinvolto sessantasei ricercatori da cinque paesi differenti e ha ricevuto supporto dal programma per la ricerca e l’innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020 nell’ambito del grant Marie Skłodowska-Curie (grant agreement No 823826).
La mostra segue il duplice filo della scienza e della tradizione, raccontando tanto l’indagine archeologica dietro a uno dei momenti più importanti e meno conosciuti del Giappone, che la novità della ricerca scientifica che ne ha permesso l’approfondimento. L’area “laboratorio” ricostruisce così le attività del team lungo tre diverse linee di indagine, basate sul concetto di materiale: vetro, metalli e ceramiche. Insieme a questi, l’esibizione ospita i reperti scoperti e analizzati nell’ambito delle campagne di scavo condotte negli ultimi anni insieme ad altri gentilmente concessi dal museo, come ad esempio una rara spada chokutō di epoca kofun e una ceramica kintsugi.
Al centro della sala la mostra ospita inoltre uno spazio interattivo, in cui il visitatore può navigare il database prodotto dal progetto: un innovativo ambiente virtuale (cosiddetto BeA-ViR) navigabile sia dai ricercatori, che possono così investigare i siti e i reperti archeologici in dettaglio anche a distanza, che dal grande pubblico, che può così immergersi direttamente nella realtà degli scavi. Una componente fondamentale del progetto è infatti quella di accelerare la digitalizzazione e la fruizione degli scavi in un mondo crescentemente interconnesso.
La mostra contiene infine numerose informazioni sul periodo storico kofun (circa III- VII secolo d.C.) al centro dell’investigazione archeologica, inclusa la ricostruzione di una delle tipiche sepolture del periodo e del complesso rapporto tra la civiltà giapponese del tempo e un paesaggio molto differente da quello attuale (e ancora largamente sconosciuto). Un documentario di quindici minuti sul progetto racconta infine i differenti step e risultati degli anni di lavoro del progetto.
Oltre al finanziamento europeo, la mostra “The Tale of Be-Archaeo – tra Scienza e Tradizione” ha ricevuto anche il supporto dell’Istituto di Cultura italiano di Osaka ed è curata dall’archeologa Mariana Diniz, in collaborazione con la curatrice Pia Lauro e le archeologhe Elisabetta Colla e Diana Nukushima, e con il supporto dei ricercatori Vincenzo Lombardo e Vittorio Lauro per componente di realtà virtuale.
La mostra è ospitata in una grande sala di 130 metri quadrati del Museum of Ancient Shimane, progettato dall’architetto Fumihiko Maki, vincitore del prestigioso premio Pritzker, a pochi metri dall’Izumo-taisha, uno dei più grandi e importanti santuari shintoisti di tutto il Giappone. Apre in contemporanea con una grande esibizione dedicata all’antica Izumo, esposta nelle sale adiacenti, in occasione della riapertura del museo dopo il blocco dovuto alla pandemia. La mostra sarà visitabile fino al dodici dicembre 2022.