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31 gen 2017

Il futuro dell'acqua passa dall'Università di Torino

acqua pura

L'accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra Smat e UniTo ha come obiettivo la ricerca nei settori connessi al servizio idrico come la produzione, distribuzione e purificazione di acqua potabile. Due i progetti già partiti.

L'acqua è un bene prezioso, da cui dipende l'esistenza dell'intera umanità e delle altre biodiversità presenti nel pianeta. Secondo un rapporto della FAO, la concorrenza per l'accesso alle risorse idriche si intensificherà quando la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi entro il 2015: nei paesi in via di sviluppo, milioni di persone soffrono già per la mancanza di accesso all'acqua dolce, mentre in alcune regioni i conflitti legati alle risorse idriche superano già i conflitti legati ai litigi fondiari.

La produzione e distribuzione di acque potabili, il recupero dei reflui mediante reti fognarie, progetti di ricerca su ambiente e clima sono i settori al centro della partnenship pluriennale tra Università di Torino e Smat, la Società Metropolitana Acque Torino, che prevede inoltre anche un programma di alta formazione per gli studenti di UniTo.

Da questa collaborazione sono già partiti due progetti, il primo ha come obiettivo la purificazione dell'acqua attraverso un processo inedito. "Il nostro progetto - ha spiegato il Prof. Silvio Aime, Vice-Rettore per la Ricerca e ordinario di Chimica generale e inorganica all'Università di Torino - è finalizzato allo studio di un particolare effetto di esclusione di particelle e sostanze varie da un sottile strato di acqua all’interfaccia con superfici idrofile; la comprensione dei determinanti di questo effetto potrebbe trovare applicazione nell’ambito dei processi di depurazione delle acque da agenti inquinanti in tracce".

Il secondo progetto, seguito dalla Prof.ssa Mariella Bruzzoniti, del Dipartimento di Chimica, prevede il monitoraggio di sostanze (acidi aloacetici) nelle acque potabili non ancora normate dalla legislazione vigente italiana, ma oggetto di attenzione da parte della Comunità Europea. "Vogliamo inoltre - ha spiegato Bruzzoniti - comprendere e studiare le prestazione di prodotti di scarto provenienti dalla pirolisi della biomassa (biochar) nella purificazione delle acque con l'obiettivo di introdurli nei processi di gestione nel ciclo delle acque".


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