Il Comunicattore 2.0
Oltre il Velo di Maya della comunicazione con i suoi protagonisti
A cura di: Beppe Tipaldo, Michele Manocchi
Tutti i giovedì alle 11.30 a partire dal 4 novembre torna il COMUNICATTORE in versione aggiornata al 2.0
un contenitore sulla comunicazione costruito con al centro
i suoi protagonisti: dal mondo dell'Università e della ricerca a quello dell'impresa degl
Comunicazione, ambiente, scienza, Internet, socialnetwork, libertà di stampa, censura, opinione
pubblica,… sono tra le parole che hanno conosciuto la maggiore fortuna nei dibattiti pubblici, colti
e meno colti, degli ultimi anni. Alla radio, in TV, su Internet aumentano di giorno in giorno gli spazi
dedicati all’approfondimento di (molto più spesso a una breve carrellata su) questi argomenti, per
la verità in modo non sempre molto chiaro per il pubblico. D’altro canto, anche le università hanno
recepito questo nuovo interesse al punto che dalla nascita dei corsi in comunicazione, approdati in
Italia a partire dai primi anni ’90, si sono ormai moltiplicati gli insegnamenti che provano a tenere
assieme le scienze della comunicazione con le tematiche ambientali, territoriali, la comunicazione
sociale, quella politica e la divulgazione tecnico-scientifica. Ancora poco però si è fatto, almeno così
mi sembra, sul piano degli attori coinvolti in questi processi: finora si è badato molto di più, e forse in
parte era anche giusto che così fosse, sull’aspetto delle competenze, lasciando in ombra la dimensione
umana, relazionale e valoriale di chi fa comunicazione.
Il Comunicattore 2.0 vorrebbe proprio ripartire da questo, offrendo a studenti, personale
universitario, esperti o semplici interessati un contenitore sulla comunicazione costruito con al centro
i suoi protagonisti nei diversi ambiti (università e ricerca, impresa, enti e istituzioni, mass media,
associazioni), con una prospettiva d’indagine che mescola uno sguardo “trasversale” sull’attualità e
uno “longitudinale”, a rintracciare da dove hanno preso le mosse i fenomeni sociali che oggi più ci
interrogano, nel bene o nel male.