Raccontare la Shoah: dalla finzionalità della testimonianza al valore testimoniale della finzione narrativa
Per il ciclo di seminari "Arti della figurazione e storia della idee"
coordinato da Piera Giovanna Tordella e Cristina Stango
Mercoledì 23 gennaio 2019
ore 16.00-18.00
Alessandro Costazza (Università degli Studi di Milano)
"Raccontare la Shoah: dalla finzionalità della testimonianza
al valore testimoniale della finzione narrativa"
Nell’“era del testimone”(Wieviorka), il ruolo e il significato della testimonianza è stato talmente assolutizzato, che il detto latino unus testis, nullus testis ha perso qualsiasi significato e il testimone si è trasformato nel solo detentore della verità. Espressione di tale assolutizzazione è, secondo la definizione di Javier Cercas, il “ricatto del testimone” che vieta di dubitare della veridicità della testimonianza, soprattutto in riferimento alla Shoah. Questa tendenza ha prodotto però il fenomeno delle “false testimonianze” della Shoah, poi sfruttato dai negazionisti per porre in dubbio lo sterminio degli ebrei nella sua totalità. Proprio per questo è assolutamente necessario, e ancor più nell’epoca delle fake news o della cosiddetta “post-verità”, riconoscere la natura narrativa e finzionale di ogni testimonianza, più volte evidenziata da critici come James E. Young e importanti autori come Jorge Semprún o Imre Kertész. Lungi dal togliere valore alla testimonianza, tale riconoscimento serve infatti a fondarne il carattere di autenticità e, almeno indirettamente, altresì a legittimare il valore testimoniale della stessa finzione letteraria.