Una montagna senza confini: verso un superamento della controversia tra Italia e Francia sulla vetta del Monte Bianco
Un convegno il 24 maggio e un volume, a cura del Prof. Michele Vellano (UniTo) e del Prof. Roberto Louvin (UniTs), inaugurano una nuova prospettiva
Il 24 maggio, alle ore 14.30, si terrà presso l’Archivio di Stato di Torino (Sezione Corte, Piazza Castello, 209 / Piazzetta Mollino) il convegno “Monte Bianco: la montagna senza confini”, nel corso del quale verrà presentato l’omonimo volume a cura di Roberto Louvin e Michele Vellano (Wolters Kluwer, 2024).
Organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dall’Archivio di Stato di Torino e dalla SIOI Piemonte e Valle d’Aosta, l’evento costituirà l’occasione per discutere le riflessioni proposte dagli autori del volume circa il possibile superamento della controversia che da tempo contrappone l’Italia e la Francia rispetto alla definizione del confine sulla vetta del Monte Bianco.
Il volume, frutto della collaborazione di studiosi di diverse università italiane e francesi e sostenuto dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc e dal Centro Studi sull’Arco Alpino Occidentale, ha lo scopo di contribuire a fare chiarezza, fornendo al lettore una precisa e chiara ricostruzione dei fatti e delle fonti rilevanti per la disputa territoriale.
Allo stesso tempo, il volume inaugura una nuova prospettiva, dimostrando come il Monte Bianco costituisca un luogo dell’identità europea e un bene comune dell’intera umanità a cui dedicare e rinnovare ogni possibile sforzo per la sua salvaguardia. Del resto, le nuove sfide poste dai cambiamenti climatici richiamano anche le amministrazioni locali, regionali e statali a un’azione comune per la tutela di questo inestimabile patrimonio naturale, paesaggistico e culturale.
Il patrimonio di esperienze cooperative pregresse potrebbe favorire il superamento della controversia sui confini, portando l’Italia e la Francia a riconoscere la vetta del Monte Bianco quale luogo simbolo della comune identità europea. In tale prospettiva, l’iscrizione del Monte Bianco nella lista dei siti UNESCO, così come l’attribuzione alla sua vetta del Marchio del patrimonio europeo proposta nell’opera, potrebbero costituire il suggello dell’approccio proposto nell’opera: il Monte Bianco quale montagna senza confini.