Seminario di formazione interdisciplinare e interculturale “La letteratura cinese si apre al mondo della scuola”
Sabato 6 aprile, l’Istituto Confucio dell’Università di Torino, in collaborazione con la sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici e con il patrocinio del nostro Ateneo, ha organizzato una giornata di incontri sulla letteratura cinese, rivolti a docenti di diverse discipline, con l’obiettivo di favorire le attività interdisciplinari e di incoraggiare la nascita di progetti interculturali. Ormai un appuntamento annuale fisso nel calendario dell’Istituto Confucio, il seminario ha richiamato partecipanti da tutto il Piemonte e dal Nord Italia, in particolare da Brescia, Monza e Genova.
Filo conduttore del seminario, oltre al tema letterario, è stata la riflessione sull’approccio da adottare per destare l’interesse degli studenti, mantenendo l’insegnamento al passo con i tempi.
Il seminario si è aperto con un intervento di Stefania Stafutti (Università di Torino), che ha condiviso con i partecipanti le sue ricerche sui possibili impieghi dell’intelligenza artificiale nella didattica della letteratura cinese, evidenziandone potenzialità e criticità.
Se, come ha mostrato Massimiliano Canale (Università l’Orientale di Napoli) nel suo intervento dal titolo “Voci sull’amore nella letteratura cinese tradizionale”, anche la più antica poesia cinese può risultare familiare ai ragazzi quando tratta di un tema di perenne appeal, come l’amore in tutte le sue declinazioni (dal desiderio erotico inappagato alla bisessualità passando per la ribellione delle donne abbandonate dai mariti), è la fantascienza oggi a esercitare il più forte potere di fascinazione sui lettori di tutte le età. Nel suo discorso sulle nuove tendenze della letteratura cinese, Silvia Pozzi (Università Bicocca di Milano) ha analizzato le ragioni del successo di questo genere, anche al di fuori dei confini nazionali. Ne è un caso eclatante il best seller Il problema dei tre corpi, di Liu Cixin, da cui è stata tratta la recente serie televisiva al centro di molti dibattiti.
Silvia Pozzi ha tenuto anche un intervento su un altro genere che spopola fra i giovani: il fantasy storico, e in particolare il sottogenere danmei , 耽美(l’equivalente cinese della slash fiction), che è un vero fenomeno sociale oltre che letterario: si tratta di un tipo di fan fiction focalizzata sulla relazione erotica tra personaggi maschili famosi, che sfugge alla censura attraverso vari espedienti e sfruttando le potenzialità della rete.
Anche Nicoletta Pesaro (Ca’ Foscari di Venezia) ha partecipato con due interventi: il primo incentrato sul tema del romanzo di formazione cinese, analizzato in parallelo con alcuni modelli europei. Il secondo ha invece trattato un tema di grande attualità letteraria e sociale: il corpo della donna nella letteratura cinese moderna. La relatrice ha ricercato fra le pagine dei testi letterari le diverse rappresentazioni del femminile: dallo straniamento del corpo alla sua sessualizzazione, dall’idealizzazione della maternità alla violenza e alle forme di fasciature ‘mentali’ (una metafora che richiama la pratica a lungo in uso nella Cina imperiale di fasciare i piedi delle donne per limitarne la crescita).