Da Torino al Giappone, il Prof. UniTo che mette l'Intelligenza Artificiale al servizio dell'archeologia
Vincenzo Lombardo, docente del Dipartimento di Informatica, è visiting professor all'Università di Okayama grazie a BE-ARCHAEO, il progetto EU multi- e inter-disciplinare di ricerca archeologica su uno dei periodi più importanti della storia nipponica
Dall'inizio di aprile alla fine di luglio 2022 il Prof. Vincenzo Lombardo, del Dipartimento di Informatica, è visiting professor presso l'Università di Okayama, nell’ambito delle attività del progetto BE-ARCHAEO, coordinato dall’Università di Torino. È ospitato dalla professoressa Naoko Matsumoto e dal suo team, coordinato dal dottor Joseph Ryan, docente dell'Istituto di ricerca per la dinamica delle civiltà dell'Ateneo nipponico. Il fulcro di BE-ARCHAEO è costituito dall’applicazione di metodologie interdisciplinari nell’archeologia. In particolare, le attività di scavo riguardano il sito archeologico del Kofun di Tobiotsuka (nella città di Soja, prefettura di Okayama) e da studi comparati con altri tumuli Kofun nell'antica area di Kibi e Izumo (attuali prefetture di Okayama e Shimane). Il progetto si concentra sui rituali, sulle relazioni regionali e sulla formazione dello Stato antico in Giappone. Il periodo Kofun (古墳時代, Kofun jidai) è un'epoca della storia giapponese che va dal terzo all'inizio del settimo secolo d.C., dopo il periodo Yayoi. I successivi periodi Kofun e Asuka sono talvolta indicati collettivamente come periodo Yamato.
Le attività di BE-ARCHAEO saranno accessibili al grande pubblico attraverso la comunicazione ai media e due mostre finali nei musei della prefettura di Shimane (Izumo) e, in Italia, a Torino. Esse mostreranno la nuova narrazione - dal sito archeologico al museo attraverso l'archeologia e la scienza - generata dal progetto. I concetti di BE-ARCHAEO sono sviluppati e implementati da un prestigioso consorzio di accademici europei (Università di Torino, Università di Lisbona, IRIAE) e privati (TecnArt, Terra-Marine e Visual Dimension) e dall'Università di Okayama che svolge un ruolo centrale per tutti i lavori di scavo. L'impegno di tutte le parti, in Europa e in Giappone, è piuttosto significativo in termini di docenti e membri del personale, che saranno distaccati a livello globale per 175 mesi principalmente in Giappone, dove si svolgono le attività principali.
Le recenti indagini archeologiche si basano su archivi digitali (alcuni ricercatori sono arrivati a dire che, al giorno d'oggi, "lo scavo è digitalizzazione"). I metodi di interpretazione e le conclusioni raggiunte devono essere il più possibile trasparenti. Le banche dati conservano le note informali redatte nell’immediato dagli archeologi e le registrazioni video degli scavi. Poi, tutte le attività e i risultati successivi vengono riportati nelle strutture opportunamente progettate della banca dati, fino alle conclusioni documentate, che si basano sulle analisi di laboratorio dei manufatti. Gli archeologi e gli archeometri possono rivedere e aggiornare le voci della banca dati e risalire a gran parte delle motivazioni per dare un senso alle interpretazioni e per scoprire nuova conoscenza. La banca dati BE-ARCHAEO è stata progettata e implementata presso l'Università di Torino (con la partecipazione di Rossana Damiano, Tugçe Karataš e Claudio Mattutino, del Dipartimento di Informatica), dove risiede anche il server del progetto BE-ARCHAEO (grazie alla collaborazione della Divisione dei Sistemi Informativi).
La notevole quantità di dati raccolti dagli scavi archeologici di vari siti nell'area generale di Okayama, compreso il Tobiotsuka kofun, viene inserita nel database dai dottorandi e studenti della Graduate School of Humanities and Social Sciences e della Facoltà di Lettere dell'Università di Okayama (Yuuri Hirano, Saaya Iwamoto e Daijiro Yoshioka) sotto la guida dei proff. Lombardo e Ryan. Ma Joseph Ryan e gli studenti hanno anche collaborato alla definizione del modello dell’archivio digitale, introducendo elementi tipici della pratica archeologica giapponese, profondamente differenti dalla pratica occidentale. Questo ha alimentato il dibattito sul confronto tra le diverse pratiche (come previsto dai progetti RISE dell’UE) e ha reso il modello del database più robusto, e applicabile a ulteriori progetti in occidente e oriente. Una serie di reperti, provenienti dal Kofun Tobiotsuka e dagli altri siti, oltre alle trincee di scavo, sono stati scansionati in 3D da Vittorio Lauro, del Dipartimento di Informatica, per produrre i cosiddetti “digital twins”, e sono stati anch’essi archiviati nel database. Tutti questi oggetti digitali faranno parte dell'ambiente di realtà virtuale BeA-ViR, connesso al database, dove gli scienziati (archeologi e archeometri) possono convalidare le loro ipotesi, ripercorrendo gli avanzamenti della loro ricerca. Per il pubblico, oltre all’accesso all’archivio (disponibile, anche in fase di costruzione, alla URL: https://bearchaeo.unito.it/omeka-s/s/bearchaeo-resources-site), con un punto di vista privilegiato sui risultati della ricerca, si sta realizzando un ambiente di realtà virtuale sarà utilizzato alla mostra BE-ARCHAEO che si terrà al Museo di Izumo (prefettura di Shimane) nell'ottobre 2022, e successivamente a Torino.
Il prof. Vincenzo Lombardo lavora su metodologie, modelli e applicazioni dell'informatica e dell'I.A. per sfide interdisciplinari applicate al patrimonio culturale e naturale, alla creatività digitale e allo storytelling interattivo. In passato ha lavorato sull'elaborazione del linguaggio naturale e la modellazione dei processi cognitivi. Insegna I.A., tecnologie digitali per il suono e l'immagine e narrazione interattiva. È presidente del CIRMA (Centro Interdipartimentale di Ricerca sul Multimediale e l'Audiovideo) e membro del comitato scientifico del programma internazionale di dottorato Technology for Culture. Nel 2004 ha partecipato alla riprogettazione del DAMS in senso digitale, di cui è attualmente vice-presidente, con attenzione al curriculum “Informatica e produzioni digitali”. È anche impegnato nella progettazione e produzione multimediale. Dal 2004 al 2012 ha diretto il laboratorio Art-Science Alliance (ASA Lab) presso la società Virtual Reality & Multi Media Park (co-partecipata dall’Università degli Studi di Torino). È associato con incarico di ricerca presso l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR. Per quanto riguarda le tecnologie per i Beni Culturali, è stato principal investigator del progetto VEP (Virtual Electronic Poem - ora parte della collezione permanente della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti), finanziato dall'Unione Europea, e del progetto nazionale DramaTour - Virtual museum Guide, precursore delle attuali guide digitali dei musei. I suoi lavori sono pubblicati in riviste internazionali, libri e atti di conferenze.