Veg-Adapt, agricoltori e ricercatori uniti per fronteggiare i cambiamenti climatici
Inaugura a UniTo il progetto internazionale che ha come obiettivo aumentare la tolleranza ai cambiamenti climatici di pomodoro, peperone e melone nei Paesi del Mediterraneo
Al via l'evento inaugurale del progetto VEG-ADAPT, che si svolge oggi e domani, martedì e mercoledì 22-23 ottobre, all’Università di Torino nella Sala Principi d'Acaja del Palazzo del Rettorato. Il progetto, coordinato dal Prof. Andrea Schubert di UniTo, riunisce agricoltori, industrie sementiere e ricercatori di otto paesi del Mediterraneo in un partenariato strategico, con l’obiettivo comune di aumentare la tolleranza di tre importanti colture orticole, pomodoro, peperone e
Il progetto VEG-ADAPT raccoglie 12 partner ed è finanziato nell’ambito dell’iniziativa PRIMA (Partner
Il cambiamento climatico sta danneggiando gravemente l'agricoltura mediterranea, inducendo molteplici stress sulle culture, quali in particolare siccità, calore e salinità, oltre a minacciare nel lungo periodo la sicurezza alimentare delle popolazioni mediterranee e mettere a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. Per affrontare questi problemi VEG-ADAPT seguirà tre linee di ricerca parallele ed integrate: caratterizzazione e selezione di varietà locali tolleranti e nuovi ibridi; ricerca sui processi fisiologici che contribuiscano alla tolleranza e sui modelli e marcatori genetici sottostanti; ottimizzazione delle tecniche di gestione delle colture per ridurre la suscettibilità allo stress indotto dai cambiamenti climatici.
Il progetto valuterà l’impatto socio-economico, con particolare riguardo agli equilibri di genere (in cui UniTo interviene con il CIRSDe), agli strumenti e alle tecniche innovative. Sulla base delle informazioni ottenute, si valuterà le possibilità di trasferimento dei risultati di VEG-ADAPT ad altre colture orticole del Mediterraneo.
VEG-ADAPT si propone di fornire risultati e soluzioni concrete a tutti gli stakeholder coinvolti: gli agricoltori dei paesi del Mediterraneo che combattono in prima linea gli effetti del cambiamento climatico; l’industria, con genotipi e tratti genetici da utilizzare nei programmi di produzione; i ricercatori, contribuendo in modo sostanziale alla ricerca sui processi metabolici e molecolari che inducono la tolleranza delle colture; nonché la società in generale, contribuendo alla sostenibilità ambientale delle colture.