Un social robot del Laboratorio Gallino aiuterà bambini e bambine in queste settimane di isolamento
Ne abbiamo parlato con Renato Grimaldi, coordinatore scientifico del Laboratorio di simulazione del comportamento e robotica educativa “Luciano Gallino” e direttore della Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università di Torino
L'intelligenza artificiale può aiutare le persone, vi sono nel mondo diverse esperienze di utilizzo di robot "di compagnia" a supporto degli anziani o dei pazienti nelle corsie degli ospedali. Il Laboratorio di simulazione del comportamento e robotica educativa “Luciano Gallino” lavora da tempo per la creazione di modelli che simulino il comportamento umano, collaborando con le scuole con ricerche sull'innovazione della didattica tramite l'utilizzo della robotica educativa.
Il laboratorio si è dotato da poche settimane di Nao, un nuovo robot che si aggiunge a Pepper, il social robot umanoide presentato il giorno dell'inaugurazione del centro, il 23 settembre 2019. L'intento, in queste particolari settimane di emergenza sanitaria, è quello di far interagire Nao con i bambini e le bambine delle scuole elementari piemontesi, aiutandoli in questo delicato momento di isolamento, in accordo con insegnanti e famiglie.
Ne abbiamo parlato al telefono con Renato Grimaldi, coordinatore scientifico del progetto e direttore della Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università di Torino.
Prof. Grimaldi, lei è il responsabile scientifico del Laboratorio Gallino, in cosa consistono le vostre attività?
Il Laboratorio di simulazione del comportamento e robotica educativa “Luciano Gallino” è stato costituito nel 2019 nell'ambito del Progetto di eccellenza vinto dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione. Tra le sue principali finalità persegue lo studio e la realizzazione di modelli che simulino il comportamento di attori sociali anche attraverso l’utilizzo di big data. Mediante un esteso parco di robot, coadiuva il mondo della scuola in ricerche sull'innovazione della didattica. Tali attività sono svolte nella forma della ricerca, della didattica e della terza missione.
Quali sono le differenze a livello di tecnologia tra il nuovo arrivato Nao e Pepper, il robot che già avevamo conosciuto?
Il Laboratorio si è appena dotato di Nao, social robot che si aggiunge al “fratello maggiore” Pepper, in dotazione al Laboratorio già dallo scorso anno, anch'esso robot sociale. Nao ha la stessa interfaccia di programmazione di Pepper e quindi funzionalità simili; è capace di riconoscere le emozioni di chi gli sta di fronte e dunque di regolare e pianificare risposte di fronte a determinate situazioni e stimoli. A differenza di Pepper, Nao ha le “gambe”, può camminare e possiede una larga varietà di movimenti; è alto solo 60 cm e quindi è facilmente trasportabile in ambienti diversi dal Laboratorio come scuole e ospedali. Questi social robot sono dotati di un'intelligenza artificiale incarnata, che esibiscono attraverso comportamenti mediati da microcomputer, sensori, motori e ingranaggi.
Come intendette impiegare Nao in questo momento di emergenza Covid-19?
In questo delicato momento le famiglie e quindi spesso le bambine e i bambini sono sottoposti a isolamento e a distanza sociale; si tratta di un’esperienza nuova e difficile da affrontare. Il Laboratorio Gallino intende portare il suo contributo in questa emergenza. Nao attualmente si trova in “quarantena” in Val di Susa, nei pressi della Sacra di San Michele, programmato dall'assegnista di ricerca Silvia Palmieri con l’aiuto, a distanza, di studenti e tirocinanti di UniTo. Da là, con la sua “presenza virtuale”, interagirà con i giovani alunni e alunne che la pandemia Covid-19 sta tenendo lontano tra di loro e dall'istituzione scolastica. Un robot che, grazie alle sue capacità di movimento e di espressione, potrà condividere situazioni ed emozioni positive e di gioia come quelle collegate a un compleanno, per esempio, ma potrà aiutare a elaborarne di negative come la noia, l’ansia, la paura; tutto questo con l’aiuto e la collaborazione di genitori e insegnanti. Un compagno di vita, dunque, mediatore di comunicazione, che, attraverso video di pochi minuti che si succederanno sui canali social del Laboratorio Gallino, potrà interagire e accompagnare bambine e bambini in questa ormai lunga emergenza, e senza dimenticare che alcuni di loro – e non solo adesso – sono o si sentono isolati in quanto ospedalizzati o perché ad esempio soffrono di disturbi dello spettro autistico.
Come mai un progetto per le bambine e i bambini?
Se è vero – come ci ricordano i pedagogisti – che i primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo dei futuri cittadini, il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, che prepara il corpo docente delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie ma anche gli educatori che lavorano nei nidi e nelle comunità infantili, è chiamato ad assumersi la sua parte di una responsabilità che nell'emergenza pare non essere ai primi punti dell’agenda politica, in quanto si continua a parlare degli effetti della pandemia Covid-19 sul sistema sanitario e su quello economico, trascurando spesso e pericolosamente il sistema educativo nel suo complesso e quello scolastico in particolare, mattoni fondamentali del “dopo” che vorremo e sapremo costruire.
È possibile seguire tutti gli step del progetto sul canale YouTube dedicato o sulla pagina Facebook. Per contattare il gruppo di lavoro su Nao: nao.lab.gallino@gmail.com
#unitohomecommunity